Il primo giro di consultazioni del Premier incaricato Mario Draghi si è da poco concluso. Dopo il secondo giro di consultazioni che inizierà proprio oggi, l'ex capo della BCE cercherà di avere i numeri necessari per ottenere la fiducia alla Camera dei Deputati e al Senato. Vediamo la composizione dell'attuale parlamento per cercare di comprendere gli sviluppi futuri.
I gruppi parlamentari più numerosi sono Movimento 5 stelle (191 deputati e 92 senatori) e Lega (131 deputati e 63 senatori). Il Movimento 5 stelle inizialmente si è espresso contro un esecutivo tecnico, ma nei giorni successivi ha aperto a questa ipotesi. Anche la Lega dovrebbe appoggiare Mario Draghi senza condizioni.
Il sostegno a Draghi dovrebbe arrivare anche dal Partito democratico (93 deputati e 35 senatori). Nicola Zingaretti, dopo il fallimento della trattativa per tenere in piedi l’alleanza che ha garantito la maggioranza a Giuseppe Conte, ha criticato Matteo Renzi e confermato l’ok alla decisione di Mattarella “che ha posto rimedio al disastro provocato dalla irresponsabile scelta della crisi di governo”.
Italia viva ha già fatto sapere che darà la fiducia senza condizioni ad un governo presieduto da Draghi, e la stessa posizione è già emersa dal partito di Silvio Berlusconi, ossia Forza Italia.
L'unico partito scettico al momento sembra essere Liberi e Uguali mentre Fratelli d'Italia guidato da Giorgia Meloni non voterà mai la fiducia ad un governo Draghi, ma a più riprese la leader Meloni ha ribadito la sua volontà di andare subito ad elezioni nonostante una crisi sanitaria, economica, sociale e politica.
Sarà interessante capire come in un governo possano convivere le istanze provenienti dal Partito Democratico e dalla Lega, cosa si farà sul reddito di cittadinanza, come si concilierà l'idea di giustizia del Movimento 5 Stelle e di Forza Italia. Ma soprattutto come farà Draghi a trovare una sintesi politica tra tutte queste forze che hanno un'idea di Italia talmente diversa da far pensare inimmaginabile un accordo sulle modalità di spesa dei 209 miliardi provenienti da Bruxelles.