Si è tenuto questa mattina a Palazzo Piacentini, sede del Mimit, il primo incontro per l'analisi degli stabilimenti produttivi di Stellantis in Italia, focalizzato sull'impianto di Melfi (Basilicata).Il tavolo, presieduto dal ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha visto la partecipazione del presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi, dei rappresentanti dell'azienda, dell'Anfia (Associazione Nazionale Filiera Italiana Automotive) e delle organizzazioni sindacali.Gli incontri fanno seguito alla prima fase del Tavolo Stellantis che si è focalizzata sulle attività di cinque gruppi di lavoro (Volumi produttivi e mercato; Competitività ed efficientamento plants; Ricerca, sviluppo e innovazione; Supply chain; Occupazione e formazione). Ora si apre una seconda fase riguardante l'analisi stabilimento per stabilimento."Era importante partire dal sito di Melfi per via della sua strategicità produttiva, con una significativa filiera strettamente legato all'impianto lucano”, ha sottolineato Urso, che ha poi evidenziato che “il Gruppo ha confermato al tavolo odierno la sua intenzione di realizzare cinque modelli full electric nel sito, impegno che lo stesso Tavares prese proprio al Mimit. Ora attendiamo che questo impegno si tramuti in progetti concreti".Gli incontri proseguiranno domani, mercoledì 3 aprile alle ore 10.00, con il focus sul sito di Mirafiori. Seguirà, il 4 aprile alle ore 13.30, l'analisi dello stabilimento di Atessa.
Questa la nota con cui martedì 2 aprile il ministero delle Imprese e del Made in Italy ha commentato il via alla seconda fase del tavolo delle trattative con Stellantis, con la prima riunione che aveva come argomento il destino di Melfi.
Il ministro Urso ha fatto intendere di vedere il bicchiere mezzo pieno nella volontà da parte di Stellantis di produrre nello stabilimento lucano cinque modelli full electric. Ma anche lo stesso ministro, prodotto pure lui del patriottismo meloniano, non ha mancato di ricordare che tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare, sottolineando di attendere che la volontà "si tramuti in progetti concreti".
Sul fronte dei sindacati, Michele De Palma, segretario generale Fiom-Cgil e Pino Gesmundo, segretario nazionale della Cgil, sono invce più realisti:
"Si è svolto oggi il primo tavolo regionale su Stellantis al Mimit, che è partito dalla situazione del sito di Melfi in Basilicata. Al tavolo di oggi Stellantis non ha risposto alle garanzie sociali, produttive e occupazionali per i suoi dipendenti e per quelli dell'indotto.Attualmente a Melfi si assemblano le Jeep Renegade, la Jeep Compass e la Fiat 500X. Stellantis ha annunciato con l'arrivo della piattaforma STLA Medium 5 nuovi modelli elettrici, i cui tempi non sono allineati rispetto a quelli degli incentivi.Il primo modello previsto sarà DS, mentre l'attuale 500X sarà prodotta fino alla prima metà del 2025 e le due Jeep fino a tutto il 2026. Attualmente le lavoratrici e i lavoratori sono tutti in contratto di solidarietà fino a luglio 2024. Per quanto riguarda i dipendenti di Stellantis si deve registrare che la maggior parte degli ultimi assunti a Melfi (i 1.800 dell'epoca del Jobs Act) sono già usciti con gli incentivi all'esodo.Con i nuovi esuberi annunciati in questi giorni, circa 500, e gli oltre 700 in trasferta, stiamo accompagnando un processo di dismissione industriale perché non si stanno prevedendo investimenti in produzione, in nuovi modelli e nella rigenerazione dell'occupazione.Le aziende della componentistica e della logistica stanno già pagando l'effetto del calo dei volumi produttivi, l'internalizzazione di diverse attività in Stellantis e l'esclusione dalla possibilità di partecipare alle gare per nuove commesse. Senza risorse pubbliche e private non c'è la possibilità di gestire la transizione ecologica, il punto però è porre dei vincoli e arrivare ad un'intesa che serva a dare risposte concrete alle lavoratrici e ai lavoratori. L'intera discussione su l'automotive iniziata al Mimit lo scorso 6 dicembre, deve prevedere un impegno vincolante da parte di Stellantis. La mancanza di risposte concrete da parte dell'azienda, in relazione agli investimenti finalizzati a rilanciare la produzione e l'occupazione nello stabilimento di Melfi e nell'indotto, rischia di vanificare anche gli interventi fatti dal Governo per l'istituzione dell'area di crisi complessa con lo stanziamento di 20 milioni di euro per quell'area in Basilicata.Abbiamo chiesto unitariamente alla Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, un tavolo a Palazzo Chigi, perché abbiamo bisogno di un tavolo nazionale, non di tavoli regionali, al fine di arrivare ad una trattativa vera e quindi ad un accordo. Intanto nei prossimi incontri, a partire da domani su Mirafiori e giovedì su Atessa, auspichiamo che Stellantis cominci a dare le risposte che oggi su Melfi non ha dato.Il 12 aprile ci sarà uno sciopero unitario con manifestazione a Torino di tutto il settore automotive, uno sciopero che parla a tutta la città e al Paese".