Il rapace vuole Gaza… Libano… Siria… e poi?
Falsità, ipocrisia e malafede fluttuano nelle relazioni internazionali e fanno il gioco degli animosi propositi di pochi rapaci che possono imporsi grazie alla indifferenza ed alla complicità di molti.
È una falsità intollerabile, ad esempio, spacciare come tregua quella che sarebbe in atto nel conflitto tra Libano e Israele.
Se per tregua, infatti, si intende la sospensione temporanea di ogni attività ed atto ostile tra i due belligeranti, allora è chiaro che quella non è stata né concepita né attuata per un reale cessate il fuoco.
È una tregua bugiarda, un inganno messo in atto ai danni del Libano che, però, deve rispettarla.
È un inganno preparato con malafede da Netanyahu e Joe Biden che, comportandosi ancora una volta da fantoccio di Tel Aviv, ha recepite senza fiatare tutte le pretese di Netanyahu.
Senza coinvolgere il governo di Beirut, Netanyahu e Joe Biden hanno concordati e sottoscritti accordi a latere che riconoscono alle IDF la facoltà di colpire in territorio libanese con ogni mezzo qualsiasi eventuale minaccia rappresentata da generiche “forze sospette”.
Ora, poiché è pratica delle IDF effettuare raid ed azioni di guerra anche solo supponendo che in un luogo “possano esserci terroristi o armi” (ndr: lo fanno da anni sulla striscia di Gaza), dagli accordi a latere hanno ricevuta ampia licenza di colpire dove e quando vogliono senza rendere conto delle loro azioni.
Ecco perché, con arroganza, efferatezza e disprezzo degli esseri umani le IDF continuano ad effettuare raid e azioni di guerra sul territorio libanese anche mietendo vittime civili con il complice beneplacito delle democratiche ipocrisie occidentali.
Queste stesse democratiche ipocrisie che, da Roma a Vienna, da Londra a Bruxelles, da Berlino a Parigi, si sono subito conformate, senza batter ciglia, al diktat di Washington non condividendo il mandato di arresto per crimini di guerra che la Corte Penale Internazionale de L’Aja (CPI) ha emesso nei confronti di Benjamin Netanyahu.
Eppure le operazioni israeliane in Siria, di questi giorni, confermano quale sia la vera indole del signor Netanyahu.
Un rapace arrogante, sopraffattore, irrispettoso dell’ONU e del diritto internazionale ed umanitario, sprezzante della vita di donne e bambini, incurante di accordi e trattati.
Caduto Assad, alle IDF Netanyahu ha ordinato di occupare le alture del Golan, violando il limite indicato dall’ONU, di effettuare centinaia di raid sulla Siria per demolire aeroporti, infrastrutture, flottiglia, depositi di armi, caserme, e di invadere il territorio siriano con truppe e mezzi corrazzati.
Iniziative, quelle israeliane, accolte ovviamente con indifferenza dalle cancellerie delle democratiche ipocrisie occidentali.
Se però, nel giorno 7 di un qualche mese e anno futuro a qualcuno saltasse la mosca al naso e tentasse di vendicare le sopraffazioni criminali di Israele, allora di certo da Washington a Roma, da Londra a Bruxelles, da Parigi a Berlino, si leverebbero le accuse di terrorismo.
Nihil sub sole novum, infatti sono le stesse capitali nelle quali è radicata una ipocrisia così fuori di maniera da renderle indifferenti di fronte al perdurare nella striscia di Gaza del massacro di bambini, donne ed anziani palestinesi.
Sono capitali appassionate, invece, nel contestare che sia genicidio quello commesso da Israele, e nel tacciare come antisemita ogni voce che critichi i crimini israeliani.
E, mentre loro si perdono in disquisizioni senza senso, in quel di Washington c’è qualcuno (ndr: sempre lui, il presidente Joe Biden) che starebbe architettando una eventuale tregua, tra palestinesi ed israeliani, ponendo come condizione che alle IDF, durante la tregua, sia affidata l'occupazione militare della striscia di Gaza e la responsabilità di gestirne i territori.
Provo davvero il voltastomaco!