Le azioni americane crollano, il triste rapporto sull'occupazione e gli utili tecnologici alimentano i timori di recessione.
Questo è il clima con cui dovranno fare i conti i mercati, dopo un rapporto sull'occupazione più debole del previsto e le trimestrali deludenti dei big della tecnologia.
Nei prossimi giorni, vista l'assenza di dati macro di grande rilievo, sarà ancora il tema di una possibile recessione americana a tenere banco.
Le prime conseguenze si sono viste con l'apertura dei mercati questo lunedì con la giornata nera di cui è stato vittima il Nikkei di Tokyo che ha perso oltre il 12%, segnando il peggior calo degli ultimi 37 anni. Un crollo causato da un'ondata di vendite fuori controllo, nota come panic selling. Le borse europee, a loro volta, hanno aperto in forte ribasso.
Occhio comunque alla riunione della RBA e alla fine della stagione delle trimestrali USA, mentre la Bank of Japan ha sorpreso i mercati aumentando i tassi di interesse di 15 punti base allo 0,25% nella riunione di luglio. La BoJ ha inoltre annunciato una riduzione degli acquisti di obbligazioni del 50% nei prossimi due anni, in linea con le aspettative del mercato.
L'annuncio arriva in seguito ai ripetuti tentativi di difesa della valuta da parte del Ministero delle Finanze, e poco prima che la Fed si aspettasse una mossa dovish. Rappresenta quindi una svolta nella politica valutaria, in linea con l'abbandono della politica di controllo della curva dei rendimenti attuata nel marzo 2023.
Lo yen giapponese è passato rapidamente da 160 a 147 nel corso delle ultime due settimane, ma rimane profondamente sottovalutato e poco considerato dagli investitori nazionali e internazionali. È quindi probabile che la valuta si apprezzi ulteriormente man mano che la banca centrale continui a normalizzare la politica.