Questo lunedì, da Ginevra, l'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha voluto far presente a tutti i Paesi che la pandemia non è un ricordo e li ha incitati a proseguire gli sforzi per contenere il contagio, con i numeri che, a livello globale, indicano un progressivo peggioramento della situazione.

Domenica, ha detto il direttore generale dell'OMS Tedros Adhanom Ghebreyesus, sono stati più di 136mila i nuovi casi segnalati in tutto il mondo, il valore massimo registrato finora, aggiungendo che dopo sei mesi questo non è il momento per allentare la guardia.

Nella stessa conferenza, il responsabile delle emergenze per l'OMS, il dott. Mike Ryan, rispondendo ad una domanda sulla Cina ha affermato che fare un processo adesso su come sia stata affrontata l'epidemia sarebbe meno importante rispetto al prevenirne il ritorno, soprattutto nei Paesi dove il contagio è sparito o il numero dei nuovi contagiati è prossimo allo zero.

Ryan si è detto preoccupato per la situazione dell'America centrale e in particolare del Brasile, dove le istituzioni non fanno chiarezza sui numeri del contagio e il Ministero della Salute ha pubblicato cifre contraddittorie in relazione sia ai nuovi casi di infezione che ai decessi.

Ryan, a cui è stato chiesto della cooperazione tecnica con gli Stati Uniti dopo l'annuncio del presidente Donald Trump di oltre una settimana fa in cui dichiarava l'interruzione dei rapporti tra Stati Uniti e OMS, ha detto che l'OMS fa ancora molto affidamento sugli esperti dei Centers for Disease Control (CDC) e del National Institute of Health (NIH) e continuerà a farlo, finché non arriveranno comunicazioni diverse in tal senso... comunicazioni che finora non sono giunte.