Il Sì al referendum costituzionale, in base agli ultimi sondaggi di diversi istituti, continua a perder punti contro chi, invece, ha deciso di votare No. E tutto ciò appare molto sorprendente, considerando la disparità mediatica data alle due diverse posizioni. Forse, far conoscere le posizioni del Sì, aumenta il numero di coloro che voteranno No.

Ma non la deve pensare allo stesso modo Matteo Renzi che continua ad impervesare sulla scena pubblica italiana per diffondere il verbo del nuovo testo costituzionale.
Questa mattina era sulla sua radio di Stato, "intervistato" nella trasmissione Radio Anch'io di Rai Radio1. Di seguito sono riportate le sue dichiarazioni come sono apparese au Ansa, Agi e Unità, scelte perché fonti di informazione non certo ostili al premier.

(AGI) "Il voto non è tra simpatia e antipatia ma tra chi vuole cambiare e chi no. Tra chi difende la costituzione dalla svolta autoritaria c'è anche Forza nuova... Chi la difende la dovrebbe almeno leggere, il presidente del Consiglio viene scelto dal Capo dello Stato, non eletto dai cittadini".

(Unità) "Si è creata una caccia all’uomo mediatica contro chi non la pensa come alcuni esegeti della Carta costituzionale. Il mio appello è: viviamo i prossimi due mesi con calma. Sarebbe importante avere un tono e uno stile più misurato, lo dico per primo a me stesso".

E per dimostrare tale tesi questo è il commento di Renzi alla polemica di ieri tra Lotti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, e Massimo D'Alema.
(Ansa) "D'Alema - ha detto il premier - usa il referendum per rientrare in partita, vota no convinto di poter rappresentare il futuro".
(Unità) "Mi colpisce molto il fatto che mi accusino di non lavorare: in queste ultime ore stiamo presentando in giro per l’Italia il grande progetto Industria 4.0, diamo 900 milioni di soldi dati al fondo di garanzia, ieri ho visitato ieri i luoghi del sociale. Per D’Alema può non essere lavorare, ma per me incontrare queste persone, anche se mi fa sembrare un boy scout prestato alla politica, è importante. Perché per me c’è bisogno di parlare di questi temi. Questo è un paese che ha bisogno di rimettere ordine in tante cose".

E Renzi ha voluto pure chiarire, almeno per quanto riguarda le prossime 24 ore, la sua posizione  in funzione dell'esito del referendum, smentendo l'interpretazione della sua intervista a La Stampa, così come è stata riportata da Massimo Gramellini.
(Unità) "Il confronto con Gramellini è in streaming, ascoltatelo e non troverete nulla di tutto questo. Non parliamo del futuro mio o del governo, a inizio referendum abbiamo sbagliato a impostare la questione così. Ma ora il referendum è su cosa succede all’Italia nei prossimi vent’anni, un futuro che ve oltre i tempi di questo governo".
(Agi) "Premesso che "vincerà il sì, le valutazioni sulla durata della legislatura spettano al presidente della Repubblica e al Parlamento".

Naturalmente Renzi ha parlato anche di temi "concreti" relativi alla riforma costituzionale.
(Unità) "Anche quelli del no riconoscono che i costi si riducono. Poi si discute se sono 50 o 500 milioni. Io ho dedicato mezz’ora, numeri alla mano, con la calcolatrice, a far vedere dove sono questi 500 milioni. Ma il punto su cui siamo tutti d’accordo è che se vince il Sì, c’è la riduzione dei costi. Se vince il No, non c’è. Poi ovviamente uno può dire che della riduzione dei costi non gli interessa. E’ legittimo che uno lo dica. Ma i costi si riducono".
Ovviamente il "giornalista" della radio di Stato, ossequioso del suo ruolo e del suo stipendio, forse si è dimenticato di ricordare che la riduzione dei costi calcolata in 50 milioni non è stata indicata dai 5 Stelle ma dalla ragioneria di Stato e che il PD si è rifiutato di votare una mozione in Parlamento per la riduzione dello stipendio dei parlamentari che avrebbe prodotto ripsarmi ben maggiori e del tutto certi. Ma tali argomenti, in base alla "narrazione renziana" sono dettagli.

(Unità) "L’immunità se vince il No rimane per 950 persone, se vince il Sì per 730 persone. Io faccio politica senza immunità, se ne può discutere a lungo perché è un tema complesso. Ora di togliere l’immunità ne sta parlando la Turchia. Ma se voti No la si lascia a 200 persone in più."

(Ansa) Il premier torna anche sul nodo del Titolo V. "La riforma del Titolo V ha creato caos istituzionale. Le province sono in Costituzione e finché non cambia devono restare. Quindi, chi vuole abolirle deve votare Sì."

Inoltre, Renzi è sicuro che molta gente di centrodestra, parte politica che costituisce il suo personale elettorato di riferimento, voterà Sì.
(Agi) "Molta gente di centrodestra, del M5s e della Lega voterà sì."