Le ultime sulla "propaganda" di Matteo Salvini: dalla precettazione al ponte sullo Stretto di Messina
Il ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, ha replicato ai Sindacati di Base che, dopo aver annullato quello odierno, hanno annunciato un nuovo sciopero di 24 ore del trasporto pubblico per il prossimo 15 dicembre.
"Esprimo, da ministro dei Trasporti, la soddisfazione perché questo lunedì stiamo garantendo a 20 milioni di pendolari e lavoratori di prendere i mezzi pubblici– ha detto Salvini-. Se dovessimo assecondare gli scioperi di 24 ore del lunedì o del venerdì di questo o quel sindacato, saremmo a piedi una settimana sì e una no. Continueremo a garantire il diritto allo sciopero perché la Costituzione lo prevede, però penso a un altro sciopero, quello annunciato per il 15 dicembre, un altro venerdì, sotto Natale. Farò tutto quello che la legge mi permette per ridurre al minimo i disagi per pendolari studenti e lavoratori. Se qualcuno pensa una settimana sì è una no di lasciare a piedi 20 milioni di italiani, lavoratori, studenti, medici, malati per rivendicazioni spesso politiche e non sindacali, farò quello che la legge mi permette di fare. ... Su quanto sia utile fermare il paese per 24 ore il penultimo venerdì prima di Natale, lo valuterò".
Nel dare chiarimenti su come e quando lavoratori e sindacati possano o meno scioperare, Matteo Salvini non ha alcun problema. Al contrario, a chi gli chieda conto del suo operato da parlamentare e ministro, allora... è un'altra musica.
Lo ha dimostrato la trasmissione Report, che domenica sera ha dedicato una parte della sua puntata nell'illustrare quanto sia propagandistica e problematica l'operazione promozionale relativa alla "riesumazione" del progetto del Ponte sullo Stretto di Messina, portata avanti da Salvini con reticenze e vere e proprie menzogne.
Questo il riassunto fatto da Report:
Sono più di 70 anni che si parla di Ponte sullo Stretto.
Non si è mai costruito nulla, ma ci è costato già centinaia di milioni di euro. Nel 2013 dopo la liquidazione definitiva della società Stretto di Messina SpA decisa dal Governo Monti sembrava un capitolo chiuso per il nostro Paese. Ha riaperto i giochi il ministro delle infrastrutture Matteo Salvini che ha rimesso in piedi la società e riavviato tutte le procedure per la costruzione del ponte. Il bando di gara era stato vinto per un appalto da 4 miliardi, oggi in Legge di Bilancio ne sono previsti 11,6 ma non si capisce in base a quale progetto visto che l'unico progetto definitivo esistente risale al 2012. Dietro l'operazione Ponte sono tornate vecchie conoscenze di berlusconiana memoria.
Chi è Pietro Ciucci, l'uomo chiamato da Salvini a gestire l'operazione Ponte sullo Stretto.
La carriera di Pietro Ciucci inizia con Prodi che lo porta alla direzione generale dell'Iri. Liquidata l'Iri nel 2002, Berlusconi lo nomina Amministratore Delegato della Società Stretto di Messina dove rimarrà fino al 2013 quando la società verrà liquidata.
Dal 2006 diventa anche presidente e direttore generale dell'Anas con uno stipendio da 750 mila euro l'anno, ma nel 2013 una legge mette un tetto agli stipendi e vieta il cumulo delle cariche, così Ciucci Presidente pensiona Ciucci Direttore Generale, liquidando se stesso con 1 milione e 800mila euro.
Durante la gestione Anas di Ciucci sono crollati tre viadotti, ma uno è rimasto nella storia: quello di Scorciavacche sulla Palermo-Agrigento che era stato inaugurato senza collaudo poco prima del Natale 2014 ed è crollato appena 6 giorni dopo il 30 dicembre.
La procura di Palermo ha ipotizzato dei reati e ha rinviato a giudizio 13 persone tra cui Pietro Ciucci ma per lui come per gli altri la prescrizione è ormai certa.
E poi c'è il viadotto Torbido sulla Salerno Reggio Calabria nella tratta tra Buonabitacolo e Lauria Nord in Basilicata, che andrebbe abbattuto e ricostruito perché i piloni poggiano sopra una superficie franosa.
Nonostante tutte queste ombre, Pietro Ciucci è stato chiamato da Matteo Salvini per gestire la costruzione di quella che sarà la più imponente opera infrastrutturale al mondo: il Ponte sullo Stretto di Messina.
Il progetto del Ponte sullo Stretto tiene conto dei rischi legati al cambiamento climatico?
Il Ponte sullo Stretto secondo molti esperti ha un problema di aerodinamica per il vento. I calcoli del progetto ci informa una nostra fonte ben informata dei fatti “sono stati fatti sempre sui venti che si chiamano sinottici cioè prevedibili. Adesso con i cambiamenti climatici quei dati non sono più significativi dobbiamo immaginare anche l'evento estremo e calcolarne la forza e la direzione”.
Eppure il comitato tecnico scientifico nominato da Salvini che dovrà supervisionare il progetto è coordinato dal professor Alberto Prestininzi, ordinario di Ingegneria della Terra all'Università di Roma "La Sapienza" firmatario di un appello dal titolo “l'emergenza climatica non esiste”.
100.000 posti di lavoro
Per Salvini il Ponte sullo Stretto creerà centomila posti di lavoro e ridurrà le emissioni di CO2: ma da dove arrivano i suoi dati?
Il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini ha dichiarato lo scorso maggio che il Ponte sullo Stretto sarà in grado di creare 100mila posti di lavoro e ha citato uno studio universitario sostenendo che permetterà di risparmiare 140mila tonnellate di emissioni di CO2.
Non esiste nessuno studio universitario che sia giunto alle conclusioni riferite dal ministro Salvini e lo studio citato sarebbe stato redatto da Giovanni Mollica, che non è un ricercatore universitario esperto di inquinamento, ma è un membro del Rotary Club di Messina e di un'associazione che promuove la costruzione del ponte sullo Stretto.
Lui stesso nello studio scrive che “le presenti note non hanno la pretesa della scientificità”.
L'ingegner Mollica in passato è stato consulente di Eurolink, vale a dire ha preso soldi dal consorzio che dovrà costruire il ponte per cui il suo giudizio potrebbe non essere esattamente super partes.
Nell'inchiesta si è parlato anche della stabilità del ponte, sia dal punto di vista della sua possibile resistenza ad un eventuale sisma simile a quelli iper-catastrofici che, in quell'area, si sono registrati a inizio '800 e inizio '900, sia dal punto di vista della percorribilità.
Oltre alle 6 corsie previste per il trasporto su gomma, in mezzo al ponte vi saranno due binari per il trasporto su rotaia. Un ponte a campata unica di quasi 4 Km su cui viaggino dei treni non esiste al mondo. Perché? Perché le oscillazioni previste su una opera siffatta, in funzione del vento e del traffico, possono arrivare a diversi metri. Pertanto, ammesso che i binari rimangano collegati tra loro, i treni finirebbero per dover viaggiare sul ponte... inclinati di diversi gradi! Questo è stato previsto? Quanto può essere sicuro?
E nell'inchiesta non si è neppure parlato di espropri, con i lavori che dovrebbero iniziare, a detta di Salvini, la prossima estate.
Per chi si voglia "divertire" (diciamo così), può "godersi" l'inchiesta alla pagina seguente:
www.rai.it/programmi/report/inchieste/Luomo-del-ponte-01c199b2-7511-4c90-be21-6ada2c10e92c.html
dove sono disponibili anche delle precisazioni di Salvini, di Anas e della società Stretto di Messina.