"Mercoledì la Rai [servizio pubblico, ndr] ha trasmesso per 46 minuti, in diretta, senza alcun filtro giornalistico, un intervento della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, candidata alle elezioni europee. E sempre ieri, ha avviato un procedimento disciplinare contro Serena Bortone, colpevole di aver raccontato la verità sul caso Scurati: non sono stati i soldi a bloccarlo ma "motivi editoriali", come confermato dalle mail interne dell'azienda.Non c'è un solo giorno, ormai, in cui il servizio pubblico non si presti alle volontà del Governo.Basta mettere in fila i fatti: programmi di straordinario successo cancellati; giornalisti che denunciano tentativi di nascondere le notizie; conduttori allontanati, spostati sulle cosiddette "reti minori" o persino puniti se alzano troppo la testa; trasmissioni già finanziate che vengono stoppate per non infastidire il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti; monologhi oscurati; telegiornali ormai ridotti a veline di partito.Non c'è un rischio di deriva per il solo fatto che la deriva è già in atto. E da tempo".

Questo il "promemoria" di Riccardo Magi, +Europa, sullo stato dell'informazione e del dibattito politico in Italia. Ma c'è di più. Tanta è l'arroganza dei (post) fascisti che quando si presentano in pubblico, neppure lì pretendono di ascoltare le ragioni di chi non la pensa come loro. Per questo quando vengono contestati, come è capitato oggi alla ministra Eugenia "Giravolta" Roccella agli "Stati generali della natalità", che cosa fanno? Se non possono recitare il testo della loro propaganda... se la danno a gambe levate.

Lo fanno perché poi possono vendere la baggianata di esser state vittime della censura che ha impedito loro di poter dire ciò che hanno ripetuto già miliardi di volte, senza contraddittorio, su tutti i media di regime.
 
A sprezzo del ridicolo, questo è ciò che ha avuto il coraggio di dire "Giravolta" Roccella, dopo esser fuggita (ma non certo perché la volessero menare):"Sono certa che la segretaria del Pd Elly Schlein, tutta la sinistra, gli intellettuali - Antonio Scurati, Roberto Saviano, Nicola Lagioia, Chiara Valerio, ecc. -, la “grande stampa” e la "stampa militante" che abbiamo visto in queste ore mobilitata in altre sedi, avranno parole inequivocabili di solidarietà nei miei confronti dopo l’atto di censura che questa mattina mi ha impedito di parlare agli Stati generali organizzati dalla Fondazione per la Natalità per svolgere il mio intervento e anche per rispondere ai contestatori-censori e interloquire con loro. Sono certa che i podisti della libertà e della democrazia non si faranno sfuggire questa occasione per dimostrare che l’evocazione del fascismo che non c’è, alla quale abbiamo assistito in queste settimane, non era solo una sceneggiata politica pronta a svanire di fronte alle censure vere". 
 Ma non è solo  "Giravolta" Roccella ad essere senza vergogna. Questo è stato il commento di solidarietà della sua "capa", la (post) fascista Meloni, detta Giorgia:
"Piena e incondizionata solidarietà a Eugenia Roccella. Lo spettacolo andato in scena questa mattina agli Stati Generali della Natalità è ignobile. Ancora una volta è stato impedito ad un Ministro della Repubblica di intervenire e di esprimere le proprie idee. Responsabile un gruppo di contestatori che si riempiono la bocca delle parole libertà, rispetto e autodeterminazione delle donne, ma poi amano la censura e impediscono ad una donna di parlare perché non ne condividono le idee. Mi auguro che tutte le forze politiche abbiano il coraggio di esprimere solidarietà al Ministro Roccella e di condannare, senza se e senza ma, i fatti di oggi".

Enon contenta di essersi ridicolizzata già abbastanza ha voluto esagerare,  aggiungendo:"È ora di dire basta".

La "capa", o chi per suo conto ne organizzi la propaganda, ha anche preteso dai sottoposti di seguire il suo esempio con dichiarazioni che sottolineassero l'inimmaginabile misfatto di cui è stata vittima "Giravolta" Roccella.

Ecco così che la protesta è diventata un atto di inciviltà (Tajani), una "contestazione violenta" (Sangiuliano), una messa al bando delle idee che fa credere che "siamo sulle soglie del pensiero totalitario" (Valditara), una censura (Occhiuto) e via di questo passo... 

Ma non sono mancati neppure esponenti delle opposizioni che, per non rinunciare ad una comparsata sui media di regime, hanno concordato sul fatto che la contestazione a "Giravolta" Roccella sia stata un atto di inciviltà. Nel loro caso non si può neppure parlare di braccia rubate all'agricoltura... perché anche lì riuscirebbero a far danni anche solo tentando di smuovere un po' di terra. Questi presunti difensori dell'Italia antifascista neppure si ricordano del "libero fischio in libera piazza" di Sandro Pertini.