Il partito di Macron ha perso, ormai da tempo, l'enorme appeal che nel 2017 ha consentito all'attuale presidente di farsi eleggere a furor di popolo. Crisi economica, riforme non condivise, proteste di piazza, Covid...  poi dall'abbandono di alcuni ministri, si è arrivati anche a quello di molti parlamentari, tanto che a maggio La République En Marche - LREM, il partito da lui fondato - ha perso la maggioranza assoluta dei seggi di cui godeva nell'Assemblea Nazionale.

Non solo. LREM non è riuscito neppure a vincere in nessuna delle grandi città alle elezioni amministrative tenutesi domenica scorsa. Al contrario verdi e sinistra - suoi alleati - hanno ottenuto ottimi risultati.

Infine, un sondaggio d'opinione di Le Figaro e France Info, pubblicato ieri, indica che sarebbero almeno tre quarti gli elettori francesi che vorrebbero una linea politica diversa da parte del presidente per quanto riguarda l'ambiente e il sociale.

E allora Macron ha deciso di cambiare guida al suo governo, sostituendo il primo ministro Edouard Philippe - divenuto sempre più popolare in questi ultimi mesi e che andrà a fare il sindaco di Le Havre dopo aver vinto le ultime amministrative, in attesa probabilmente di presentarsi alle prossime presidenziali - con Jean Castex, 55 anni, figura poco nota, ma non certo a digiuno di politica.

Proveniente dal centro destra, Castex ha svolto in passato incarichi pubblici sotto il governo Sarkozy e, di recente, lo stesso Philippe lo aveva scelto per coordinare la strategia da seguire nella revoca delle misure di confinamento adottate per l'emergenza Covid.