Nella nota pubblicata dal Quirinale, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ci fa sapere che nel pomeriggio di lunedì riprende le consultazioni per la formazione di un governo.

La prima ad essere ricevuta la delegazione 5 Stelle alle 16.30, composta come sempre da Di Maio, Toninelli e Grillo. Alle 18, toccherà invece a quella della Lega, con Salvini, Centinaio e Giorgetti.

Mentre fonti delle due delegazioni confermano che sui contenuti del programma l'intesa è stata trovata, l'incertezza rimane sul nome del premier con anticipazioni e smentite come accade sempre in casi simili.

Così, dal diretto interessato, Giulio Sapelli viene confermato che gli è stato chiesto se fosse disponibile ad essere il premier di un governo Lega-5 Stelle.

"E' tutto vero - ha detto Sapelli rispondendo alle domande dell'Ansa. - Sono stato contattato da entrambi le parti politiche e ho dato la mia piena disponibilità. Mi hanno spiegato che stanno valutando anche un altro profilo, quello di Conte, e non mi hanno ancora detto chi hanno scelto.

Ho detto loro che vorrò dire la mia sui ministri, ho parlato con il collega Domenico Siniscalco, che spero di avere al mio fianco come ministro del Tesoro."

Sapelli ha poi aggiunto che il programma di governo che gli è stato prospettato è non solo fattibile, ma addirittura auspicabile.

Queste le dichiarazioni di Sapelli prima che fosse resa nota la notizia che non sarà il nome di Sapelli quello che i 5 Stelle indicheranno a Mattarella.

Probabilmente sarà allora Giuseppe Conte, docente di Diritto privato all'Università di Firenze, il nome che i 5 Stelle faranno a Mattarella... a meno che le due delegazioni non presentino due candidati diversi graditi ad entrambi, lasciando la scelta a Mattarella.

Ma a questo punto non resta che attendere per conoscere tutti i dettagli del programma e di chi sarà chiamato a realizzarlo... a meno che da entrambe le delegazioni non venga richiesta una ulteriore proroga. 



Dopo la fine dell'ennesima consultazione, le due delegazioni hanno chiesto a Mattarella più tempo, perché tutto il "bellissimo" programma del "Governo del Cambiamento" ormai già definito in quasi tutti i dettagli, non era più così pronto come ci era stato fatto credere.

In base alle dichiarazioni di Di Maio, non mancherebbe poi molto a "chiudere". Dichiarazioni, tra l'altro, molto sfumate che lascerebbero intendere unità d'intenti e pieno accordo tra le parti.

A sentire però quello che Salvini ha detto ai giornalisti, una volta uscito dall'incontro con Mattarella, questa unità d'intenti è ancora piuttosto utopica, in special modo su alcuni punti cui il leader della Lega non intende cedere come, ad esempio, rapporti con l'Europa e riforma della Giustizia. Salvini non vuole venir meno, o comunque non vuole calar le braghe, su alcuni dei temi che hanno fatto la sua fortuna alle ultime elezioni. Quindi, ha ricordato come minaccia neppur tanto velata, che se non dovesse essere possibile per lui avere piena soddisfazione da questo accordo con i 5 Stelle, per la Lega non sarà un problema tornare al voto, visto che gli ultimi sondaggi la danno in risalita fino al 22%.