Il mondo delle criptovalute ha sempre scatenato feroci dibattiti. Tuttavia, il livello dell'attenzione si è impennato dopo l'annuncio di Facebook, che nel 2020 intende lanciare la propria valuta virtuale, Libra. Da quel momento in poi si sono succeduti diversi moniti all'indirizzo del colosso social.

In ordine di tempo, ad inizio estate, Powell (capo della Federal Reserve), Trump (presidente USA) e il G7... sono statti tutti concordi nell'affermare che Libra - in assenza di una regolamentazione del settore - non poteva partire.

Per ultimo, è arrivato il monito di Yves Mersch, membro del Consiglio direttivo della BCE, che ha lanciato un allarme sui possibili pericoli di una moneta virtuale come Libra, aggiungendo che "i popoli dell'Europa non saranno tentati di preferire alla sicurezza e alla solidità delle soluzioni e dei canali di pagamento ufficiali, le promesse affascinanti ma infide che arrivano dal richiamo della sirena dei soldi virtuali di Facebook".

Il pericolo minacciato - per gli investitori - è relativo, principalmente, all'elevata volatilità fin qui registrata in relazione dalle monete virtuali. Un problema che però potrebbe essere aggirato in base alla modalità con cui Libra sarà gestita, ad esempio nel caso venga ancorata ad asset come depositi bancari e titoli di Stato a breve termine.

L'altro problema è di politica economica e riguarda il fatto che Facebook non è una banca e, in base a ciò, sfuggirebbe a regole che invece le anche sono tenute a rispettare.