All'Angelus il Papa prega anche per coloro che hanno la responsabilità dei migranti morti nel Mediterraneo
Alla fine dell'Angelus, in cui ha ricordato il suo prossimo viaggio a Panamá, dal 22 al 27 gennaio, Papa Francesco ha parlato dei due dolori che questa domenica gli affliggono il cuore.
Uno è rappresentato dalla Colombia, in seguito all'attacco terroristico di cui giovedì scorso è stata fatta oggetto la Scuola nazionale della locale Polizia, l'altro dal Mediterraneo.
«Penso alle 170 vittime, naufraghi nel Mediterraneo, - ha detto Francesco. - Cercavano un futuro per la loro vita. Vittime, forse, di trafficanti di esseri umani. Preghiamo per loro e per coloro che hanno la responsabilità di quello che è successo.»
"La responsabilità di quello che è successo", secondo alcuni, è di chi materialmente abbia messo questo persone su un gommone. Il problema però è che gli "alcuni", che in questo Paese sono comunque troppi, non riflettono - causa incapacità mentale, ignoranza o convenienza politica - sul fatto che ci sono ulteriori cause che portano dei migranti a rischiare la vita in mezzo al mare e che di quelle morti non possono non ritenersi responsabili anche coloro che hanno fatto di tutto e di più per impedirne il soccorso, oltre ad aver fatto poco e nulla pr porre rimedio alle cause, anche di origine economica, che spingono i migranti a cercare una speranza di vita in Europa.
Ci sono anche costoro, che lo vogliano ammettere o meno, tra "coloro che hanno la responsabilità di quello che è successo".