Gerusalemme: la polizia israeliana attacca i palestinesi in preghiera nella spianata delle moschee
Ancora violenze a Gerusalemme est. Lunedì 10 maggio la polizia israeliana è entrata nella spianata delle moschee attaccando i palestinesi presenti con gas lacrimogeni, granate assordanti, proiettili di gomma. Secondo la Mezzaluna rossa, sarebbero centinaia i feriti, di cui una settantina portati in ospedale, nonostante i tentativi israeliani di impedire i soccorsi.
L'attacco della polizia contro i fedeli raccolti in una veglia notturna alla Moschea di Al-Aqsa, come parte delle manifestazioni di culto previste durante il Ramadan, che termina tra due giorni, è avvenuto in concomitanza con le celebrazioni israeliane per la riunificazione di Gerusalemme, l'occupazione della zona est della città santa dopo la guerra dei sei giorni del 1967.
L'azione della polizia, quasi sicuramente, è stata programmata per consentire ai nazionalisti ebrei di manifestare attraverso la Città Vecchia per festeggiare la riunificazione di Gerusalemme... e non è escluso che consenta loro di spingersi fin dentro la spianata delle moschee.
L'attacco della polizia giunge dopo che la Corte suprema israeliana aveva deciso di rimandare la decisione - prevista per oggi - in merito allo sgombero di alcune famiglie palestinesi (una quarantina di persone di cui 10 bambini) dal quartiere di Sheikh Jarrah a Gerusalemme est a favore dei "soliti" coloni ebrei.
La vicenda ha dato vita nei giorni scorsi a manifestazioni e cortei sia a Sheikh Jarrah che nel resto di Gerusalemme contro l'espulsione dei palestinesi.
Una vicenda che ha avuto anche un'eco internazionale con l'amministrazione Biden che, seppure con tutta la diplomazia del caso, si è espressa "non a favore" rispetto a quanto sta accadendo a Gerusalemme, una vicenda che può contare sull'appoggio - se non addirittura sulla regia - del premier Netanyahu.
La portavoce del segretario di Stato Blinken ha espresso grande preoccupazione per le azioni israeliane e per "l'eventuale sgombero di famiglie palestinesi dai quartieri di Silwan e Sheikh Jarrah, molte delle quali vivono in quelle case da generazioni".
Niente di eclatante, come si vede, ma se paragonate alle dichiarazioni che venivano rilasciate dagli Usa durante l'amministrazione Trump, sembrano parole quasi rivoluzionarie!
Biden deve, comunque, fare i conti con la sinistra dem che, invece, sulla vicenda si è espressa senza mezze misure. Le deputate Rashida Tlaib (palestinese), Ilhan Omar, Alexandra Ocasio-Cortez e Cori Bush che hanno chiesto al presidente che "riaffermi il diritto internazionale e chieda la fine degli sgomberi illegali israeliani di palestinesi, della demolizione di case palestinesi e del furto di terre palestinesi".
Dell'Europa, come sempre, meglio non parlare per evitare di vergognarsi dell'ipocrisia delle dichiarazioni rilasciate dai rappresentanti della Commissione Ue.