"I processi si fanno nelle aule di tribunali non in tv come accade ormai tutte le sere. Basta con la gogna mediatica". 

Questo è quanto dice oggi in un post su Facebook una Maria Elena Boschi senza zazzera, in versione agée, per aumentare la sua credibilità istituzionale. 

Dichiarazione, rafforzata qualche minuto dopo dalle parole, sempre diffuse via social, di un altro renziano doc, Davide Faraone:

"Sono in gioco i principi dello stato di diritto. Nella politica è in atto una pericolosa tendenza al ribasso, mi sarei aspettato una generalizzata alzata di scudi, invece troppi silenzi. Ma quando la politica tace sugli abusi di potere della magistratura e del giornalismo, significa che ha abdicato al proprio ruolo. Noi continueremo a dare rappresentanza a chi crede nei valori del garantismo, delle libertà e dei diritti."

Dichiarazione pubblicata per rilanciare un'intervista - in stile marchetta - diffusa su Libero, che d'ora in poi è da considerarsi tra i giornali di riferimento a supporto di Italia Viva, che sta traslocando, armi e bagagli nel centrodestra che, ovviamente, Renzi vorrà ridisegnare a sua immagine.

Questi due passaggi dell'intervista:

Ma esiste ancora un filo che vi lega al Pd? L'accordo con le forze progressiste è la vostra prima opzione per il Quirinale oppure guarderete solo al candidato, e destra e sinistra pari sono per voi?
«Con Draghi al posto di Conte abbiamo messo in sicurezza il Paese, dotandolo di un governo all'altezza della situazione. Il nostro schema per il Quirinale sarà lo stesso che abbiamo usato in quell'occasione, senza pensare agli accordi di parte o a vincoli: per noi vale la regola della persona giusta nel posto giusto al momento opportuno, non l'alleanza che la propone. Ci interessa solo che il successore di Mattarella porti avanti i suoi stessi valori: europeismo, atlantismo, rispetto dei principi costituzionali».

Matteo Salvini sembra rivolgersi soprattutto a voi, quando invoca «un presidente che non sia proprietà del Pd, ma rappresenti tutti». Su queste basi è possibile un'intesa con i partiti di centrodestra?
«Quanto più larga sarà l'intesa, tanto più prevarrà il bene del Paese. I numeri tra i grandi elettori sono così incerti che non permetteranno a nessun partito, a nessuna coalizione, alcuna indicazione "proprietaria"».

Naturalmente, Faraone non si dimentica di gettar fango su Pd e 5 Stelle, quest'ultimi dati già in dissoluzione... nonostante abbiano il 16% dei consensi contro il 2% (quando va bene) di Italia Viva.

Che l'elezione del capo dello Stato sia ritenuta cruciale, dal burattinaio Renzi (definizione che è conseguente alle sue dichiarazioni di artefice e arbitro della sorti istituzionali del Paese), lo conferma lui stesso:

"Il Presidente della Repubblica non si elegge mettendo le bandierine, non si elegge col pallottoliere. E Italia Viva vuole essere non l'ago della bilancia, ma lo strumento attraverso cui costruire il consenso più ampio".

Un iperattivismo, quello del mondo renziano, reso necessario non solo dalle rivelazioni, sempre più imbarazzanti, dell'inchiesta sulla fondazione Open, ma anche dalla necessità di far da traino allo svolgimento della prossima Leopolda, il cui appuntamento è previsto per il prossimo fine settimana.

In tutto questo c'è però un passaggio che non trova risposta. Perché le altre forze politiche, di destra e di sinistra dovrebbero preoccuparsi delle "necessità" politiche dei renziani che nel Paese rappresentano il nulla e in Parlamento sono solo una manciata, tra deputati e senatori, che in questa legislatura rimarrà tale solo finché quei parlamentari avranno una qualche garanzia di avere un qualche ritorno dal supportare Renzi?

La domanda che dovrebbe essere rivolta alle altre forze politiche che siedono il Parlamento è la seguente:

Perché farsi ricattare da un partito come Italia Viva che in Italia, a parte Renzi e i suoi iscritti, rappresenta il nulla?