Esteri

I nazisti ieri e gli israeliani oggi: qual è la differenza tra Gaza e il ghetto di Varsavia?

Il quartiere ebraico di Varsavia occupava uno spazio di quattro chilometri di lunghezza e circa due e mezzo di larghezza, esso comprendeva, oltre l'antico ghetto medievale, le vie del rione industriale e l'autostrada per Berlino e per Poznań lo attraversava dividendolo in due parti. Nell'ottobre del 1939, dopo la fine della campagna di Polonia, le autorità tedesche censirono la popolazione ebraica della capitale, quantificandola in 359.827 persone, a cui se ne aggiunsero circa altre 150.000 trasferite dalla provincia. Il ghetto fu istituito nell'estate del 1940 come campo di quarantena e successivamente, con un'ordinanza emanata il 2 novembre dal governatore del distretto di Varsavia Ludwig Fischer, venne motivata la sua creazione al fine di evitare il pericolo di epidemie e la cifra di 500.000 persone residenti al suo interno costituiva circa la metà dell'intera popolazione della città, mentre la sua superficie equivaleva a circa un ventesimo dell'intero territorio metropolitano.Agli ebrei non era consentito l'utilizzo dei mezzi pubblici e potevano servirsi solo dell'unica linea tramviaria riservata loro. Al momento della sua creazione il ghetto disponeva di 14 accessi e la circolazione tra la zona ebraica ed il resto della città, seppure non libera, non era soggetta a prescrizioni eccessivamente rigide, ma progressivamente alcuni iniziarono ad essere chiusi, mentre quelli rimasti aperti vennero controllati con barriere e filo spinato e i residenti poterono uscire solo per motivi di lavoro e scortati da guardie polacche e ucraine; la segregazione peggiorò ulteriormente nell'agosto del 1940 quando iniziarono i lavori di costruzione del muro che circondò completamente il ghetto. I lavori ebbero termine il 16 novembre e le disposizioni del governatore di Varsavia consentirono di aprire il fuoco sugli ebrei che si avvicinavano troppo e, poiché il muro tagliava cortili ed isolati, lo spazio fu ulteriormente ristretto, murando gli ingressi dei palazzi e delle finestre che davano sull'esterno.Le restrizioni alla vita della popolazione ebraica del ghetto non si limitavano alla residenza coatta all'interno dello spazio circondato dal muro: le comunicazioni postali furono proibite, le linee telefoniche e tranviarie furono interrotte e all'interno del ghetto era consentita solo una linea di tram a cavalli, contrassegnata dalla stella di David, gestita dalla ditta Kohn & Heller, due ebrei confidenti della Gestapo, non vi erano aree verdi ed il gas e la luce elettrica spesso mancavano. Le razioni alimentari furono ridotte al minimo e ad ogni persona spettavano settimanalmente 920 grammi di pane e mensilmente 295 grammi di zucchero, 103 grammi di marmellata e 60 grammi di grassi, e, sempre per disposizione dell'autorità tedesca, a ogni residente di Varsavia spettavano giornalmente: 2.310 calorie ai tedeschi, 1.790 agli stranieri, 634 ai polacchi e 184 agli ebrei, e le terribili condizioni di vita, unite al tifo che iniziò lentamente a diffondersi, contribuirono a decimare progressivamente la popolazione.Le condizioni di vita peggiorarono ulteriormente all'inizio del 1941: lo spazio a disposizione dei residenti fu ulteriormente ridotto e la media di mortalità per fame, malattie e maltrattamenti crebbe in maniera esponenziale, tanto che, prima dell'arrivo dell'estate, si registrò una media di 2.000 decessi al mese... [fonte Wikipedia]

La storia ci insegna qualcosa? Pare di no... almeno in relazione al non ripetere le atrocità del passato. Oggi, i discendenti dei sopravvissuti del ghetto di Varsavia, gli ebrei del morale esercito israeliano, hanno chiuso in un ghetto la popolazione palestinese a Gaza e da dieci mesi la stanno sterminando con bombardamenti a tappeto, con la privazione di beni primari per la sopravvivenza, con la distruzione sistematica degli ospedali, mentre il rischio di epidemie è più che un'ipotesi statistica, ecc.

C'è però una notevole differenza rispetto al passato.

Oggi i paesi e le persone che si contrapponevano ai nazisti appoggiano lo Stato ebraico e sono complici del genocidio che Israele sta compiendo nel ghetto di Gaza, in quello di Gerusalemme est e in quello della Cisgiordania... nonostante oggi quei paesi abbiano scritto e sottoscritto dei trattati internazionali che - in teoria - chiedono il rispetto dei diritti umani... per chiunque.

In quei trattati non è scritto che Israele debba sterminare il popolo palestinese... ma questo è ciò che sta avvenendo, nel più completo menefreghismo delle istituzioni politiche e della quasi totalità del mondo dell'informazione.

Non solo. Tanta è la follia che caratterizza questo momento storico che i paradossi sono all'ordine del giorno.

Nei giorni scorsi un attacco sotto falsa bandiera o un missile caduto per errore su un campo di calcio sulle alture del Golan causando la morte di 12 ragazzini è stato definito un attacco orribile operato da parte di Hezbollah (che ha negato qualsiasi responsabilità), tale da giustificare la reazione di Israele, perché i drusi uccisi di nazionalità siriana - per lavorare in territorio occupato - erano stati costretti a prendere la nazionalità israeliana. Che la morte di 12 persone, per lo più bambini, sia un fatto orribile è innegabile e che quanto accaduto sia da condannare è altrettanto innegabile.

Stabilito questo, allora perché coloro che hanno espresso parole di condanna e indignazione per l'uccisione di bambini drusi israeliani non hanno fatto altrettanto per quelli uccisi dal morale esercito dello Stato ebraico domenica nei bombardamenti delle scuole Hassan Salama e al-Nasr a Deir el-Balah? Dei trenta rifugiati assassinati da Israele, l'80% erano bambini che si vanno ad aggiungere ai quasi 20mila uccisi finora.

Qualcuno ne ha parlato? Qualcuno ha definito quel bombardamento un fatto orribile? Qualcuno ha denunciato l'accaduto? Nessuno. È normale?

Le istituzioni politiche e l'informazione dell'occidente libero e democratico accusano Netanyahu di essere responsabile di quel che sta accadendo in Palestina... come se lui, da solo, fosse in grado di compiere il genocidio che Israele sta compiendo, come se le comunità ebraiche di tutto il mondo - in maggioranza - non supportassero il genocidio, come se le lobby ebraiche di tutto il mondo non continuassero a finanziarlo!

Non è vero che Netanyahu è l'unico responsabile del genocidio in atto. Israele è responsabile di tale genocidio perché la maggioranza degli israeliani sta supportando questo governo e non sta facendo nulla per farlo cadere. Le proteste sono da tempo una messinscena che a nulla serve. Perché se gli israeliani vogliono far cadere Netanyahu non indicono uno sciopero ad oltranza? Evidentemente perché il genocidio e l'apartheid che lo ha preceduto sono più che convenienti alla prosperità dello Stato ebraico.

E che tutti siano d'accordo lo conferma il fatto che quasi tutti i gruppi alla Knesset abbiano rifiutato la possibilità di una soluzione a due Stati che possa risolvere la crisi in Medio Oriente. E come hanno commentato tale notizia i governi e i media dei democratici Paesi occidentali? Ignorandola, perché non conveniente alla narrativa delle lobby ebraiche.

Quando i complici di Israele un domani riacquisteranno la ragione, che poi non dicano non sapevamo, non avevamo capito, non eravamo informati. Tutti sanno benissimo cosa sta accadendo in Medio Oriente e tutti sono complici dello sterminio che sta compiendo Israele, perché nulla fanno per impedirlo.

Perché alla Russia di Putin è possibile applicare sanzioni di ogni tipo e non è possibile farlo allo Stato ebraico di Netanyahu?

Autore Giuseppe Ballerini
Categoria Esteri
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