L'indagine Aspetti della Vita Quotidiana consente all'Istat di rilevare la soddisfazione per le condizioni di vita degli italiani  attraverso un certo numero di indicatori.

La soddisfazione per la vita nel suo complesso è uno degli indicatori utilizzati per la valutazione del benessere soggettivo degli individui e misura quanto gli individui sentono di vivere una vita conforme alle loro aspettative al di là delle contingenze momentanee. Oltre che nella sua dimensione generale, la soddisfazione delle persone viene rilevata anche per alcuni ambiti fondamentali della vita quotidiana quali le relazioni familiari e amicali, la salute, il tempo libero, il lavoro e la situazione economica.

Per quest'ultima si rilevano le valutazioni delle famiglie sulla loro situazione economica negli ultimi 12 mesi e il giudizio sull'adeguatezza delle risorse economiche di cui la famiglia dispone.

Nel 2020, secondo l'Istat, il giudizio sulla situazione economica personale è rimasto positivo per la maggioranza degli italiani, ma è peggiorato tra i lavoratori autonomi. Emergono segnali di criticità per la situazione economica familiare con a quota di famiglie che dichiarano un peggioramento rispetto al 2019 che sale dal 25,7% al 29,1%.


I giudizi sulla percezione della situazione economica a livello familiare sono diversi in base al territorio: al Nord si ha la crescita maggiore della quota di famiglie che dichiarano un peggioramento della situazione economica familiare (28,9% rispetto al
24,3% del 2019); segue il Mezzogiorno (28,0% da 26,8%) e il Centro (30,8% da 27,5%). 

Nonostante aumenti la percezione di un peggioramento, nel 2020 il 66% delle famiglie valuta comunque adeguate alle proprie esigenze le risorse economiche di cui dispone (64,9% nel 2019). La quota di famiglie che ritengono ottime o adeguate le proprie risorse passa dal 60,4% del 2019 al 61,7% del 2020 nel Mezzogiorno, dal 65,2% al 66,3% al Centro e dal 67,8% al 68,7% al Nord.

Nella fase iniziale della pandemia, inoltre, alla sostanziale tenuta dei giudizi di adeguatezza delle risorse economiche familiari ha corrisposto una sostanziale stabilità della quota di famiglie che giudicano le risorse a disposizione scarse o insufficienti, con l'eccezione del Mezzogiorno (38,3% rispetto al 39,5% del 2019).


C'è però da considerare che aumenta il divario di soddisfazione tra lavoratori dipendenti e lavoratori autonomi. Rispetto alla condizione professionale, nell'ultimo anno si registra un decremento rilevante tra i lavoratori in proprio e i coadiuvanti (da 54,7% a 51,5%), un possibile segnale degli effetti della pandemia sulla sfera economica.

Nel 2020 il 79,0% degli occupati dichiara di essere molto o abbastanza soddisfatto del proprio lavoro. I livelli di soddisfazione sono più elevati al Nord e al Centro, dove gli occupati molto soddisfatti rappresentano il 18,0%, rispetto al 14,3% nel Mezzogiorno.

Tra il 2013 e il 2018 la soddisfazione per il lavoro è cresciuta per entrambi i sessi ma le donne soddisfatte sono sempre state in percentuale maggiore rispetto agli uomini. Dal 2019 si registra un incremento della quota di soddisfatti tra gli occupati che li porta sui livelli delle occupate.

La crescita della soddisfazione non è omogenea tra le varie categorie di lavoratori. Nell'ambito del lavoro dipendente aumenta soprattutto nella componente dei direttivi, quadri e impiegati (da 80,4% del 2019 a 82,8% del 2020).


Per una lettura in dettaglio dei dati, si rimanda alla lettura diretta del report.