"La nostra posizione sulla prescrizione è puro buon senso: stanno con noi avvocati, magistrati, commentatori. E difendo la riforma Orlando perché a differenza di altri non mi vergogno delle riforme del nostro governo. Non moriremo giustizialisti, noi". 

Chi ha detto queste parole? E chi altri se non Matteo Renzi, promotore del governo Conte bis e che adesso sta tenacemente cercando di farlo cadere.

L'obbrobrio giudiziario secondo Renzi sarebbe quello di cancellare la prescrizione dopo il primo grado di giudizio, e chi lo ha deciso - perché questo è già stato deciso - sarebbe un "giustizialista", appellativo che da lui sembrerebbe  doversi considerare come un'offesa.

Renzi, c'è da capirlo, stando così le cose non può sperare di tirare in lungo i processi che riguardano il babbo e la mamma e per questo fa di tutto per ripristinare il metodo di applicazione della prescrizione come era in passato... metodo che consentiva l'estinzione di un reato, impedendo alle vittime di ottenere giustizia. Tutto assolutamente logico... a livello personale, ma che c'entra coinvolgere il partito, anche se personale, in questa battaglia?

Lo stesso Renzi, inotre, in passato ci ha più volte "tediato" con le sue pseudo riforme che si richiamavano alla "bellezza" di quanto già accadeva all'estero, fuori dall'Italia, portandoci come esempi, la Francia, la Germania, il Regno Unito, ecc.

Curiosamente, il senatore toscano, che adesso minaccia di far andare il governo sotto al Senato per impedire di rendere compiuta la riforma della prescrizione in modo da ritornare al vecchio sistema, stavolta si è dimenticato di citare gli esempi di ciò che avviene all'estero, perché fuori dall'Italia la prescrizione si blocca non appena inizia un'azione giudiziaria... quando addirittura non esiste, come nel Regno Unito. 

Fuori dall'Italia, evidentemente, esiste un mondo fatto da giustizialisti.