La siccità in Sicilia un altro fiore all'occhiello del governo Meloni
Secondo il quotidiano di Confindustria sarebbero due milioni, sui cinque milioni di residenti nella regione, i siciliani rimasti praticamente senz'acqua, una crisi provocata dalla siccità che continua protrarsi anche oltre l'estate e l'arrivo delle prime piogge Ad essere coinvolte nell'emergenza, in particolare, le province di Palermo, Trapani, Enna, Caltanisetta e Messina.
Per affrontare l'emergenza, la Regione Sicilia guidata da Schifani ha stanziato 20 milioni di euro, pianificando oltre 130 interventi, tra cui la riparazione delle reti idriche e la realizzazione di nuovi pozzi che dovrebbero porre rimedio al fatto che sei dei principali invasi dell'isola sono ormai completamente vuoti!
Un problema, quello della siccità in Sicilia che Schifani ha ereditato dal suo predecessore, l'attuale ministro per la Protezione civile e le politiche del mare, Nello Musumeci, che pochi giorni fa si è reso protagonista nel voler dar lezioni alla precedente giunta dell'Emilia Romagna responsabile, a suo dire, della nuova alluvione che ha colpito la regione.
Ma che cosa sta facendo adesso Musumeci, visto che in passato non ha fatto molto, per risolvere la crisi idrica nella sua isola?
Nel 2020 dichiarava che la Sicilia era fra le prime regioni italiane ad essersi dotata di un Piano contro la desertificazione, definito "uno strumento che ci consente di comprendere e contrastare un fenomeno che avanza in maniera preoccupante, erodendo e degradando porzioni sempre più ampie di territorio. Con la redazione del Piano, a cura della nostra Autorità di bacino, da noi istituita dopo un trentennio, il governo regionale punta all'obiettivo, finalmente, di compiere un passo deciso in questa direzione. Vogliamo adottare una strategia che delinei una governance unitaria di coordinamento e integrazione delle azioni nei vari settori d'intervento, anche nella programmazione delle varie risorse finanziarie. Metteremo in campo una serie di azioni per contrastare i fenomeni erosivi, l'incremento della forestazione e la manutenzione del territorio".
Evidentemente, il piano del presidente di regione Musumeci è rimasto sulla carta oppure non ha funzionato.
Da ministro, nel marzo 2023, Musumeci dichiarava che nel corso del tavolo sulla crisi idrica a Palazzo Chigi, presieduto dal Presidente Giorgia Meloni, era stato deciso di affrontare la questione idrica in modo strategico.
Queste sono le quattro azioni indicate come necessarie da mettere in campo:
- "Creazione di una Cabina di regia tra ministeri, Regioni ed Enti territoriali per definire un piano idrico straordinario nazionale.
- Messa a punto di un provvedimento normativo urgente per semplificare le procedure e accelerare i lavori essenziali per fronteggiare la siccità.
- Avvio di una campagna di sensibilizzazione sull'uso responsabile della risorsa idrica.
- Nomina di un Commissario straordinario per garantire l'esecuzione del piano".
A sprezzo del ridicolo, nella stessa occasione, dimenticando di aver terminato da poco di governare la regione aveva detto:
"La situazione attuale rende evidente come negli ultimi dieci anni sia mancata la programmazione. Serve un cambiamento culturale per far capire che la siccità non è più un titolo di giornale della pagina degli esteri, ma riguarda casa nostra".
Evidentemente, anche tali misure non hanno funzionato, visto che siccità e conseguente crisi idrica, anche in questi giorni, costringono molti comuni a dotarsi di autobotti e, in alcuni casi, a requisire pozzi privati.
In relazione al problema, uno potrebbe anche chiedere spiegazioni e chiarimenti al ministro delle Infrastrutture che non dovrebbe essere del tutto disinteressato dal problema. Considerando però che durante il suo mandato basta un chiodo piantato dove non si dovrebbe a fermare la circolazione dei treni in tutta Italia o quasi è evidentemente inutile credere che Salvini possa indicare soluzioni utili, caso mai si sia interessato del problema, visto che non porterebbe certo consenso e voti.
A seguito anche di questa situazione, ci si potrebbe chiedere chi, nel governo Meloni, sia in grado di fare qualcosa di utile e di sensato, considerando i risultati ottenuti finora, riletti senza il filtro della propaganda di regime... ma l'argomento richiederebbe lo spazio di una dispensa!