A più di quattro mesi dalla morte della ventiduenne Mahsa Amini per mano della "polizia morale", in Iran continuano le ondate di protesta in tutto il paese.
Siamo quotidianamente informati degli arresti di massa perpetrati dal regime, ma molto più preoccupante risulta lo zelo con cui adesso gli ayatollah hanno iniziato a giustiziare le persone collegate alle proteste.
La Commissione per i diritti umani delle Nazioni Unite ha definito questi arresti portati a subitanee condanne come "processi iniqui basati su confessioni forzate".
La giornalista Deepa Parent tenta di diffondere informazioni sulle esecuzioni e sostiene nei suoi video che questa situazione incrementa la volontà, da parte dei cittadini, di portare avanti la protesta al fine di ottenere, con le buone o meno, un risultato che definire epocale sarebbe comunque riduttivo.