Ferragosto: da festa pagana a moda fascista, fino ad oggi
Il termine Ferragosto deriva dal latino "Feriae Augusti", la festività istituita dall'Imperatore Augusto nel 18 a.C. che si sovrappose ai Consualia, feste dedicate a Conso, dio della terra e della fertilità, in occasione della fine dei lavori agricoli.
Nel corso dei festeggiamenti in tutto l'impero gli animali da tiro (buoi, asini e muli) venivano agghindati con fiori e si tenevano numerose corse di cavalli, tra queste il "Palio dell'Assunta" che si svolge ancora oggi a Siena il 16 agosto.
"Palio" deriva dal pallium, il drappo di stoffa pregiata che - in vece di una coppa o una medaglia - era il premio per i vincitori.
La festa originariamente cadeva il 1º agosto, essendo il mese di luglio solitamente quello più caldo e meno piovoso.
E così durò per oltre 1.200 anni: fu solo nel Rinascimento che la Chiesa cattolica fece proprie le "Feriae Augusti", ma spostandone la data per farla coincidere con la festa religiosa dell'Assunzione di Maria.
Le "Feriae Augusti" erano una festa comunitaria e divennero un fenomeno consumistico solo negli Anni 20.
Infatti, la tradizione popolare della gita turistica di Ferragosto nacque durante il Ventennio fascista, quando le popolazioni vennero spinte a praticare l'elioterapia, cioè prendere il sole, e il turismo, cioè visitare le città d'arte, organizzando centinaia di gite popolari attraverso le associazioni dopolavoristiche delle varie corporazioni.
Dal ferragosto 1931 vennero addirittura istituiti i "Treni popolari speciali", inizialmente solo di 3ª classe, con prezzi fortemente scontati e due formule, "Gita di un sol giorno", nel raggio fino a circa 100 km, e "Gita dei tre giorni" con raggio fino a circa 200 km.
Fu così che nacque anche la tradizione del pranzo al sacco, perchè il vitto non era compreso.
Insomma, se non era per le mode del Ventennio, oggi non avevamo decine di milioni di italiani affollati tra autostrade, spiagge e centri storici per la settimana di Ferragosto, per la gioia di esercenti e artigiani, visto che "nella settimana 11-20 agosto sono 25 i milioni di presenze per un giro d'affari superiore ai 10 miliardi" secondo l'Ansa.
Le 'Feriae" al mare o nei musei non furono solo un fenomeno italiano, ma mondiale, dunque non furono una moda prettamente fascista.
Lo scopo era quello di evitare che lo svago nelle città degenerasse in disordini e di introdurre i ceti più bassi ai consumi dei ceti più benestanti.
Il risultato ottenuto fu superlativo: durante le "Feriae Augusti" molti spendevano in una settimana i risparmi di un anno e, poi, lavoravano alacremente l'anno successivo per risparmiare quel che serviva per le prossime ferie, durante le quali ... possiamo godere di una certa 'promiscuità' in vece della quotidiana routine del lavoro e della urbanizzazione.