Nel novembre 2019, i giudici di Milano condannarono gli ex vertici del Monte dei Paschi per la loro gestione dell'istituto di credito dal dicembre 2008 al settembre 2012, culminata con l'acquisto di Antonveneta, operazione costata circa 10 miliardi di euro.
All'ex presidente Giuseppe Mussari furono dati 7 anni e 6 mesi, all'ex dg Antonio Vigni 7 anni e 3 mesi, all'ex responsabile area finanza Gianluca Baldassarri 4 anni e 8 mesi) e al'ex direttore Daniele Pirondini 5 anni e 3 mesi. Sul banco degli imputati, oltre agli ex vertici Mps anche sei ex dirigenti di altre società, tra cui Deutsche Bank e Nomura. Anche loro furono ritenuti colpevoli e condannati.
I capi di imputazione andavano dalle false comunicazioni sociali all'aggiotaggio, all'ostacolo all'Autorità di vigilanza. Altri capi d'imputazione erano stati prescritti.
Oggi, è arrivata la sentenza di appello che ha annullato tutto quanto deciso in primo grado. Tutti gli imputati, ma proprio tutti, sono stati assolti: l'ex presidente Giuseppe Mussari, l'ex dg Antonio Vigni... fino ai responsabili di Deutsche Bank e Nomura.
Soddisfazione da parte degli imputati, dopo aver ricevuto notizia dell'assoluzione. "Finalmente giustizia è fatta", ha detto l'avvocato Francesco Centonze che assiste l'ex dg di Mps Antonio Vigni. "I giudici sono stati coraggiosi", ha detto il legale Francesco Isolabella. "Sono molto contento che alla fine sia caduto l'ultimo pilastro di questa vicenda montata sulle menzogne di personaggi privi di scrupoli", ha commentato Gianluca Baldassarri, ex responsabile dell'area finanza di Mps.
Resta da capire allora perché, nel 2016, MPS, con un patteggiamento, decise di uscire dal processo. Oggetto del processo, va ricordato, erano le operazioni sui derivati Santorini e Alexandria, sul prestito ibrido Fresh e sulla cartolarizzazione Chianti Classico che, secondo l'accusa, sarebbero state utilizzate per nascondere perdite per oltre 2 miliardi di euro.
Ora, dato che l'acquisizione di Antonveneta è tutt'ora un mistero in relazione ai tempi e all'esborso fatto, dato che le perdite di MPS sono state accertate, dato che una banca ultracentenaria per questo è stata mandata in rovina... qualche responsabilità di chi la gestiva deve pur esserci stata. Evidentemente, se coloro che erano alla guida dell'istituto non sono stati ritenuti penalmente responsabili per il suo tracollo, allora dobbiamo dedurre che erano solo degli assoluti incapaci inadatti a svolgere il loro compito.
A questo punto però, perché non dovremmo chieder conto ai vertici di Bankitalia di non aver vigilato correttamente sull'andamento di MPS, permettendo a degli assoluti incapaci di mandare a rotoli uno dei più antichi e prestigiosi tra gli istituti di credito di tutto il mondo? Chi erano i vertici di Bankitalia a quel tempo?
Fabrizio Saccomanni come direttore generale... e Mario Draghi come governatore!