Elementi che delimitano un’indagine esistenziale e una ricerca di senso sono caratteristici dell’opera “Alla Musa”, scritta da Maria Laterza, e pubblicata nella collana “I Diamanti della Poesia” dell’Aletti editore.

«L’opera - racconta l’autrice che vive a Triggiano (in provincia di Bari) - nasce in un periodo particolare della mia vita attraversato da eventi familiari e personali che hanno provato il mio essere di donna e madre. Il titolo del libro è lo stesso di uno dei componimenti “Alla Musa”, in cui dopo un viaggio interiore ho trovato il coraggio di esprimere le mie emozioni grazie alla Musa Calliope, somma ispiratrice e alla musica, che ha sempre accompagnato questo mio percorso».

Maria Laterza, insegnante di Scuola dell’Infanzia, nel suo percorso di docente considera ogni forma di espressione artistica il mezzo più indicato per utilizzare al meglio l'energia creativa del bambino, facendo insieme, docente e alunno, un percorso che li conduce ad una maggiore consapevolezza della propria identità.

Novità dell’opera, è la presenza di intermezzi musicali, con spartiti a cura di Walter Folliero, violinista, violista e pedagogista, abbina ormai da un trentennio l'attività concertistica a quella di didatta.

«Alla Musa - scrive nell’Introduzione il musicista - è un percorso poetico, umano ed emozionale attraverso le mille sfaccettature della sensibilità poetica femminile. I misteri della vita e dell’amore visti dagli occhi di un bambino, le atrocità e l’orgoglio di essere donna si fondano in un percorso poetico tutto da scoprire, inframezzato da spunti musicali che esprimono con altro linguaggio le emozioni dell’anima».

Nelle poesie ricorre spesso, come personaggio principale, la donna; donna madre, donna figlia, donna amata e amante, donna maestra, donna violata dalla guerra, perché «le tue mani sono culla per il mondo… divinità creatrice… nelle sue mani la vita!». I bambini, con la loro purezza e ingenuità, aiutano, invece, a cogliere la bellezza della vita, condividendo le emozioni che ogni forma di espressione artistica suscita.       

«La silloge poesia e musica - spiega l’autrice - è per me imprescindibile. Per gli antichi Greci il “potere della musica”, ossia musiké, sta nel toccare le corde dell’anima ed averne un effetto curativo. Musica, poesia e danza erano l’ideale supremo dell’arte. Le poesie nel libro seguono un ordine ben preciso, ripercorrendo le mie emozioni».

“Emozione” è, infatti, anche il titolo di una poesia, che nasce dalla contemplazione romantica del mare e dei suoi colori, sempre presente nei componimenti, quasi a volerne fare da sfondo.

«Dalla contemplazione dei suoi magnifici colori - afferma Maria Laterza - inizia il mio viaggio metaforico, alla ricerca della suprema verità e alla realizzazione di un sogno tanto desiderato che si realizza con la poesia stessa. La Musa Calliope finalmente mi accoglie conducendomi per mano lungo un sentiero a me sconosciuto ma dai colori più belli. Con te Musa mi abbevero alla fonte pura della vita».

Un viaggio ricco di sogni ma anche di tante illusioni, come la vita stessa, in cui la poetessa racconta emozioni realmente vissute ma anche immaginarie, amori epici e non, lasciando parlare il fato che da sempre è il suo “compagno di viaggio”. 

I versi sono ricchi di metafore, pur non seguendo uno stile ben preciso e alcuno schema metrico. «Stilisticamente - scrive, nella Prefazione, il maestro Giuseppe Aletti, formatore, poeta, critico letterario, titolare della omonima casa editrice che ha sede a Villanova di Guidonia - Maria Laterza predilige una scrittura immediata, quasi di tipo orale, prediligendo l’urgenza comunicativa di distendere le parole sulla pagina, ascoltando unicamente i sussulti emozionali che la spingono a violare la pagina bianca, e questo le concede una libertà senza confini, tra il poetico, l’epico narrativo, il colloquiale, in una continua destrutturazione che elude qualunque sovrastruttura che non sia la catarsi immediata del suo sentimento». E, di sentimenti, l’autrice parla anche quando pensa ai suoi lettori. «Il messaggio che voglio lasciare con i miei componimenti è quello di aver sempre il coraggio di far parlare le proprie emozioni, di non temerle e di farlo attraverso il linguaggio universale dell’arte, che rappresenta per noi sognatori «una casa senza porte e senza finestre ma sotto un cielo infinito». 

Federica Grisolia