"Le forze alleate delle repubbliche del Donbass e dell'esercito russo hanno completamente liberato l'insediamento di Peski nella Repubblica popolare di Donetsk (DPR)", è quanto ha riferito sabato il portavoce del ministero della Difesa russo, il tenente generale Igor Konashenkov."Come risultato delle operazioni offensive delle forze alleate, l'insediamento di Peski nella Repubblica popolare di Donetsk è stato completamente liberato", ha affermato il portavoce.
Così l'agenzia Tass ha voluto rimarcare il successo di Mosca in un'area della regione di Donetsk che, praticamente, è a ridosso di quella già controllata dalle forze separatiste sin dal 2014.
Dare risalto a tali "conquiste", un'area di poco più di un paio di chilometri quadrati, fa ritenere che la Russia abbia ridotto e di molto la sua spinta offensiva rispetto ad alcune settimane fa.
I nuovi proiettili di precisione per gli obici e gli Himars iniziano a dare i loro frutti, almeno nel limitare, e di molto, le capacità offensive russe. Se per gli ucraini sembra ancora complicato colpire direttamente le fonti di fuoco russe, i loro soldati riescono però a limitarne e di molto la potenza, colpendo le retrovie e la logistica a supporto, depositi di munizioni compresi. Rispetto al passato, l'artiglieria di Mosca adesso riesce a sparare in un giorno solo la metà dei colpi che sparava in precedenza.
Inoltre, gli ucraini stanno adesso cercando anche di limitare gli attacchi dal cielo portati dai russi tramite droni e caccia, colpendo gli aeroporti da cui decollano. L'attacco in Crimea, confermato dal Dipartimento di Stato Usa (che ha però tenuto a precisare che Kiev non ha utilizzato armi Nato), ne è la dimostrazione, anche se la pista di decollo e atterraggio dell'aeroporto di Saki sarebbe però ancora utilizzabile.
A nord, nell'oblast bielorusso di Gomel ad alcune decine di chilometri dal confine con l'oblast ucraino di Chernihiv, Kiev avrebbe colpito l'aeroporto di Ziabrauka, utilizzato dall'aviazione russa. Le esplosioni, registrate nella notte del 10 agosto, sono state giustificate da Minsk con un test fallito nella realizzazione di un nuovo motore, ma le odierne immagini mostrate dal satellite Maxar fanno intendere che l'aeroporto è stato bombardato.
Naturalmente, i russi continuano a lanciar missili a casaccio anche e soprattutto verso le infrastrutture civili, ma oltre ad avere difficoltà nel Donbass, iniziano ad avere sempre più seri problemi nel sud, nell'oblast di Kherson, dove le forze ucraine hanno distrutto l'ultimo ponte vicino alla centrale idroelettrica di Kakhov. I rifornimenti tra il nord e il sud dell'oblast diviso in due dal fiume Dnipro sono sempre più complicati a partire da quelli di armamenti pesanti e munizioni per le truppe russe che devono fronteggiare la controffensiva ucraina.
Continua anche la pericolosa querelle sulla centrale nucleare di Zaporizhzhia. Secondo l'intelligence del ministero della Difesa ucraino, da un villaggio vicino all'impianto le truppe russe starebbero preparando un'operazione sotto falsa bandiera per colpire la centrale e darne poi la colpa a Kiev.
Secondo quanto riportato da Mykhailo Podolyak, consigliere di Zelensky, le truppe russe stanno bombardando la centrale nucleare di Zaporizhzhia per tagliare l'elettricità al sud dell'Ucraina e incolparne le forze armate di Kiev. Un ingegnere senza nome dell'impianto ha detto alla BBC che le forze russe stanno deliberatamente distruggendo le linee elettriche.
Continua a salire il numero delle perdite subite dai russi in Ucraina a partire dal 24 febbraio: 43.400 soldati, 1.856 carri armati, 4.115 veicoli corazzati da combattimento, 3.036 veicoli e serbatoi di carburante, 978 sistemi di artiglieria, 261 sistemi di lancio multiplo di razzi, 136 sistemi di difesa aerea, 193 elicotteri, 233 aeroplani, 779 droni e 15 imbarcazioni.
Altre due navi mercantili hanno lasciato quest'oggi il porto di Chornomorsk. La Fulmar S battente bandiera delle Barbados, carica di 12.000 tonnellate di mais, si sta dirigendo verso la provincia meridionale di Iskenderun, in Turchia. La Thoe, battente bandiera delle Marshall, che trasporta 3.000 tonnellate di semi di girasole, si sta dirigendo verso la città turca di Tekirdag. Sono 16 le navi recentemente partite dall'Ucraina in base all'accordo sostenuto da Nazioni Unite e Turchia tra Ucraina e Russia per riprendere le esportazioni di grano ucraino attraverso il Mar Nero.
Crediti immagine: twitter.com/Mike_Eckel/status/1558311752084881408 - Aeroporto di Ziabrauka, in Bielorussia