Esteri

L'inutile cordoglio per le decine di morti uccisi da un cecchino a Las Vegas

Las Vegas, Route 91 Harvest Festival. 22mila persone ieri sera nella capitale del gioco del Nevada assistevano ad un concerto di musica country.

Durante il concerto, un americano di 64 anni, Stephen Paddock, dal 32mo piano dell’hotel Mandalay Bay ha iniziato a sparare sugli spettatori che stavano ascoltando il concerto, utilizzando un’arma automatica.

Il numero di morti, non definitivo, è indicato al momento in 50, i feriti, secondo alcune agenzie, sarebbero addirittura 400. Per compiere la strage, Stephen Paddock avrebbe impiegato una decina di fucili. Dopo aver compiuto la strage l'uomo si è ucciso.

Eric Paddock, fratello dell'autore della strage, ha detto che non vi erano segnali che Stephen Paddock avesse intenzione di compiere un atto simile.


Il locale capo della Polizia, lo sceriffo Joseph Lombardo, ha dichiarato che l'assassino non aveva alcuna affiliazione politica o religiosa. Nonostante ciò, è comunque arrivata la dichiarazione dell'Isis che ha fatto sapere che Paddock si sarebbe convertito all'Islam di recente e che questa strage dovrebbe essere pertanto considerata un attacco terroristico del califfato nero.

Mettere il cappello su una strage, da parte dell'Isis, non costa nulla, è anzi una necessità, specialmente adesso che lo Stato Islamico è in rotta nel nord dell'Iraq e quasi al collasso nel nord della Siria.

Nonostante la quasi certa falsità della rivendicazione, non è da escludere che questa possa esser perlomeno presa in considerazione e fatta digerire come credibile all'opinione pubblica statunitense.

Infatti, non bisogna dimenticare che la lobby delle armi è supportata da una larga fetta del Congresso Usa e, da qualche mese, anche dall'attuale presidente Trump. Ogni anno, negli Usa, ben oltre 10mila persone muoiono per ferite di arma da fuoco. Le vittime di terrorismo sono solo poche unità.

Eppure, gli Usa destinano ogni anno centinaia di miliardi di dollari per le proprie spese militari, per preservarsi dai pericoli del terrorismo, mentre favoriscono in qualsiasi modo la vendita quasi indiscriminata di armi, anche da guerra, che invece causa migliaia di morti.

Nonostante ciò, nelle prossime ore, invece di vietare la vendita di armi, molti dei politici americani diranno che la vendita dovrà essere invece ancor più liberalizzata, perché ciò avrebbe permesso a chi partecipava al concerto di rispondere al fuoco!

Una provocazione, certo, ma non è da escludere a priori che non ci sia qualcuno che lo affermi, visto che in passato è già accaduto. Perché quindi commuoversi o sdegnarsi per una strage di tali proporzioni se sono gli stessi americani a pretendere di mantenere le condizioni che una strage simile possa avvenire ancora, in futuro?

Se volete ammazzarvi, fatelo pure.

Autore Piero Rizzo
Categoria Esteri
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