Legittimamente i 5 Stelle hanno vinto le elezioni. Legittimamente perché chi li ha preceduti ha governato male e perché nelle urne hanno ricevuto più voti di altri partiti.

Durante la campagna elettorale, i 5 Stelle hanno indicato nel Pd, ma soprattutto in Renzi e nella sua corrente, il loro principale nemico e su quello hanno chiesto voti agli elettori, indicando anche un programma alternativo di governo.

Successivamente, hanno trovato nella Lega un alleato affidabile ed insieme i due partiti hanno messo su carta un contratto di governo dove ognuno, oltre a dei punti comuni, si è impegnato a mettere in pratica ciò che aveva promesso agli elettori.

Quanto sopra riportato è un semplice promemoria di quanto accaduto in Italia, in politica, da inizio anno. C'è qualcosa di anomalo o sbagliato in tutto ciò? Assolutamente no, almeno se non ci soffermiamo a valutare il modo in cui Lega e 5 Stelle, una volta formato il Governo, hanno finora governato.

Oltre a mettere in atto i punti del loro programma, le due forze politiche hanno continuato a comportarsi come se ancora fossero in campagna elettorale, indicando di volta in volta, a seconda delle convenienze, un nemico da additare ai loro elettori che, per un motivo o per l'altro, fosse da ritenere responsabile o del loro malessere o delle difficoltà di mettere in atto il programma contenuto nel contratto di governo.

Al Pd si sono aggiunti i giornali, i migranti, le Ong, l'Europa, gli altri Stati dell'Unione, la Bce, le banche d'affari, i mercati finanziari... Ogni giorno la lista dei "nemici" con cui il Governo del cambiamento è costretto a combattere si è allargata, "costringendo" i due vicepremier che ne sono a capo a trascorrere, apparentemente, il loro tempo sui canali social per intensificare la loro propaganda contro tutti.

Da un punto di vista logico, in relazione a quanto sta accadendo, le possibilità sono due. La prima è che Lega e 5 Stelle debbano realmente lottare contro una serie di nemici che si sono alleati per "sconfiggerli" e impedire che venga applicato il programma di governo. La seconda è che, invece, quei nemici siano solo delle sagome sbandierate da Lega e 5 Stelle ai loro elettori, per nascondere difficoltà o incapacità nel mettere in pratica il programa di governo.

In fondo, la seconda ipotesi sembrerebbe la più probabile dato che se i nemici attuali continuano a fare ciò che facevano prima, non è che sia una novità. Spetta a chi governa, con gli strumenti democratici che ha a disposizione, modificare uno status quo che si ritenga sbagliato.

Come si può pensare che il solo fatto di aver vinto le elezioni debba far sì che chiunque si prostri a terra al passaggio di Di Maio e Salvini, accettando di fare tutto ciò che chiedono loro, "capi" di Lega e 5 Stelle, senza batter ciglio?

Un atteggiamento quasi infantile si è ormai impadronito del Governo, con i due vicepremier che, invece di proporre soluzioni credibili e convincenti, pretendono di imporre a chiunque il loro volere e non sulla base di argomenti convincenti e inoppugnabili, ma spiegandoci che "è il popolo che lo vuole".

Una frase ad effetto e, apparentemente, inoppugnabile se non che il popolo, in tal modo, potrebbe anche finire per essere responsabile della propria rovina.

La "manovra del popolo" è una legge finanziata da 22 miliardi di ulteriore deficit, coperti da 15 miliardi di entrate non certe, che "dovrebbe" produrre una leva di sviluppo tale da ridurre il deficit pubblico, grazie anche a investimenti di cui finora nessuno conosce portata e contenuti. Insomma, le spese sono più che certe e le entrate più che dubbie.

Nonostante ciò, con il sorriso sulle labbra, Salvini e Di Maio pretendono di ignorare che l'Italia abbia un debito pubblico elevatissimo e che chi finora lo ha finanziato continui a farlo, anche a fronte di una manovra di cui abbiamo visto le criticità.

Ed invece di spiegare nel dettaglio perché la prossima legge di bilancio sia sostenibile (il solo impegnato in questo non facile compito è il  ministro Tria), i capi di Lega e 5 Stelle si alternano nell'ignorare i giudizi di chi è contrario, senza neppure valutarne le possibili conseguenze.

Ignorare il Pd non è un problema, ma ignorare chi giudica il tuo debito pubblico e ignorare che da quel giudizio dipende anche il futuro dei conti dello Stato e della tua manovra non ha nulla di logico.

Ed in queste ore, a causa di ciò, lo spread BTP/Bund ha raggiunto 310 punti. È normale tutto ciò?