In base all'ultimo sondaggio diffuso dalla Kan, l'emittente pubblica israeliana, nel nuovo appuntamento elettorale per le politiche (il terzo in 12 mesi), a cui gli israeliani sono chiamati la prossima settimana, il Likud di Benjamin Netanyahu è in vantaggio sul Kahol Lavan di Benny Gantz di un solo seggio: 35 a 34.
Anche la coalizione di destra, di cui il Likud è il partito di maggioranza, è in vantaggio con 58 seggi contro i 56 di quella di centrosinistra, di cui il partito di riferimento è per l'appunto Kahol Lavan.
Tutto questo, nonostante gli elettori israeliani siano ben consapevoli che Nethanyahu dovrà comunque presentarsi in tribunale per rispondere alle accuse di corruzione che lo vedono protagonista di tre diverse inchieste.
Perché la maggioranza degli israeliani ha deciso di votarlo?
Perché Netanyahu qualche giorno fa ha annunciato la costruzione di 3500 case per i coloni nella zona E1 – tra Gerusalemme e la colonia orientale di Maale Adumim - nonostante che da due decenni la comunità internazionale abbia "suggerito" ad Israele di rinunciare a quel progetto.
Una decisione che segue quell'assurdo "accordo del secolo" in base al quale Trump vorrebbe consegnare a Israele l’intera Gerusalemme, i Territori palestinesi e il Golan siriano.
Promettendo agli israeliani di intensificare la politica di apartheid dello Stato ebraico, Netanyahu quasi certamente vincerà le elezioni anche se non riuscirà a conquistare i 61 seggi necessari ad avere la maggioranza alla Knesset e poter formare un nuovo governo.
Ma quello che interessa a Netanyahu è andare a processo come leader del partito vincitore e forte di una investitura popolare.
Ma chi è in realtà Netanyahu?
Un razzista reazionario. Lo ha definito così, da ebreo, Bernie Sanders - indicato come quasi certo front runner del Partito democratico - nell'ultimo dibattito tv tenutosi a Charleston alla vigilia delle primarie nella Carolina del Sud.
"Sono molto orgoglioso di essere ebreo - ha detto Sanders. - Ho vissuto in Israele per alcuni mesi. In questo momento, purtroppo, tragicamente, tristemente, Israele, con Bibi Netanyahu, ha un razzista reazionario che guida il Paese".
Sanders ha dichiarato in un tweet di domenica che non avrebbe partecipato alla conferenza annuale dell'AIPAC (American Israel Public Affairs Committee, lobby a sostegno dello Stato ebraico), accusando il gruppo di pressione pro-Israele di fornire una piattaforma a "leader che esprimono bigottismo e si oppongono ai diritti fondamentali dei palestinesi".
Finora, l'apartheid di Israele nei confronti dei palestinesi si è basato sull'ipocrita connivenza delle amministrazioni Usa. Ma con Sanders, nel caso diventasse il prossimo presidente degli Stati Uniti, la destra israeliana perderebbe il suo principale sostenitore.