La Commissione europea, nel 2017,  ha multato Google per il servizio di comparazione prezzi, Shopping, per abuso di posizione dominante (nei risultati di ricerca venivano mostrati in modo significativamente maggiore i prodotti inclusi in quel comparatore rispetto a quelli di comparatori concorrenti) con un'ammenda record di 2,4 miliardi di euro. La sanzione è stata poi confermata in appello nel 2021.  

A seguito di tale sentenza, il servizio di comparazione prezzi PriceRunner, che opera in Svezia (dove è nato), Danimarca e Regno unito, ha citato in giudizio Google in una causa civile al tribunale di Stoccolma per i danni che avrebbe causato alla sua attività negli ultimi 12 anni.

PriceRunner chiede un risarcimento di 2,1 miliardi di euro, che dovrà poi essere adeguato in base alla durata del processo, contando anche il periodo di tempo che trascorrerà prima del pronunciamento della sentenza, ammesso che questa sia a suo favore.

In un comunicato stampa, l'amministratore delegato di PriceRunner, Mikael Lindahl, ha dichiarato che la società ha citato in giudizio Google oltre che per il danno arrecatogli in passato anche come una battaglia per i consumatori che hanno subito le violazione della legge sulla concorrenza da parte di Google negli ultimi quattordici anni.

Secondo PriceRunner, anche le attuali modifiche apportate da Google al servizio Shopping nell'aprile del 2020 non stiano contemplando in toto le indicazioni della Commissione europea.

Secondo la società di revisione Grant Thornton, i prezzi visualizzati nel servizio di comparazione di Google sono superiori del 12-14% rispetto a quelli di altri servizi analoghi... i prezzi di vestiti e scarpe sono superiori del 16-37%. 

PriceRunner afferma che si aspetta che il processo possa durare diversi anni e, per tale motivo, ha fatto sapere di essersi assicurata i finanziamenti necessari per coprirne i costi.

Naturalmente, di tutt'altro avviso è la versione di Google che, tramite  una dichiarazione via email di un suo portavoce, ha precisato che le modifiche apportate al servizio Shopping dal 2017 stanno funzionando con successo, generando crescita e posti di lavoro per centinaia di servizi di comparazione prezzi, aggiungendo che il sistema è soggetto a un monitoraggio attento da parte della Commissione Ue e di due gruppi di esperti esterni.