A Gaza City è rimasto attivo solo un ospedale mentre gli israeliani continuano a bombardare i civili anche nel Sud della Striscia
Dopo che gli ospedali di Al-Shifa e Al-Quds hanno dovuto sospendere le loro attività a causa degli attacchi che gli israeliani negano e a causa della mancanza di qualsiasi fonte di energia per supportarne le attività, anche questa conseguenza di un atto criminale da parte dello Stato ebraico, l'ospedale Al-Ahli è adesso l'unico, a Gaza City, in grado di fornire assistenza a malati e feriti.
È l'ospedale bombardato dagli israeliani il 17 ottobre. Bombardamento a causa del quale, in base a quanto riportato dalle autorità sanitarie di Gaza, sono rimaste uccise oltre 470 persone. E a seguito di tale bombardamento alcune strutture sono rimaste danneggiate.
Dopo che Al-Shifa ha smesso di poter fornire assistenza, i sanitari dell'Al-Ahli hanno trasformato il piazzale e i terreni adiacenti in un ospedale da campo, che dà assistenza a oltre 500 feriti, con il supporto di tre chirurghi e di due sale operatorie.
Ma non solo. Secondo la testimonianza di un medico, anche gli interventi sui feriti, almeno quelli di primo soccorso per evitare infezioni, vengono effettuati senza analgesici o anestetici, perché le riserve sono così esigue che vengono destinate solo agli interventi salvavita.
Per quanto tempo ancora dovremo assistere al genocidio dei civili palestinesi a Gaza?
Il ministro degli Esteri israeliano, Eli Cohen, in un virgolettato riportato da Haaretz, ha dichiarato che la pressione internazionale su Israele per un cessate il fuoco sta aumentando, ma non è ancora elevata, tanto da indicare in due o tre settimane il tempo che a Tel Aviv sarebbe stato concesso per continuare il massacro di civili e la distruzione totale di Gaza.
Finora sono 11.360 le vittime civili palestinesi nella Striscia (tra i morti figurano 4.609 bambini, 3.100 donne e 678 anziani) con oltre 28.200 feriti e 180 quelle in Cisgiordania, dove i feriti sono 2.700, mentre quelle israeliane del 7 ottobre sono diminuite rispetto ai dati forniti in precedenza. Il loro numero è sceso a 845, mentre quello dei combattenti palestinesi autori dell'attacco è stato indicato, sempre da Israele, in 1.500.
Da aggiungere anche che a Gaza vi sono 3.250 civili ancora dispersi, tra cui 1.700 bambini. Molti sono sepolti sotto le macerie degli edifici rasi al suolo dallo Stato ebraico.
202 gli operatori sanitari e 36 i membri della Protezione Civile finora uccisi, mentre più di 130 sono rimasti feriti, mentre 60 ambulanze sono state danneggiate, di cui 53 completamente fuori servizio.
Il totale degli ospedali fuori servizio nella Striscia è di 25 su 35 e 53 su 72 quello degli ambulatori, a causa della mancanza di energia o dei bombardamenti.
Il ministero della Sanità ha affermato che le operazioni di bombardamento intorno all'ospedale Al-Shifa nella città di Gaza si sono intensificate dall'11 novembre, poiché sono state prese di mira infrastrutture vitali, tra cui la stazione di ossigeno, i serbatoi e il pozzo d'acqua, le strutture del reparto cardiovascolare e il reparto di maternità, sottolineando che tre infermiere sono state uccise, aggiungendo che mentre molti sfollati e parte del personale e dei pazienti sono riusciti a uscire, altri sono rimasti intrappolati all'interno, timorosi di andarsene o fisicamente impossibilitati a farlo.
15 pazienti sono morti all'interno del complesso a causa dell'interruzione dell'elettricità, inclusi sei neonati.
10.000 pazienti oncologici in cura presso gli ospedali Al-Rantisi e Al-Turki sono privi di qualsiasi assistenza.
In Cisgiordania sta accadendo, in misura ridotta (per ora), quanto sta accadendo a Gaza.
Quello che gli ebrei israeliani stanno facendo a Gaza e in Cisgiordania, in base alle dimensioni del territorio su cui agiscono, è in proporzione decine di volte più grave di quello che i russi hanno fatto in Ucraina dall'inizio dell'invasione... mentre i criminali di Stati Uniti e Europa, egualmente responsabili in quanto complici di questo genocidio, fanno finta di non accorgersene.
Dedicato a chi fa disinformazione sostenendo che Israele ha creato una zona sicura nel sud, un rifugio dell'UNRWA a Rafah, ieri ha subito danni significativi a causa degli attacchi navali delle forze israeliane.
"Questo recente attacco è l'ennesima dimostrazione che nessun posto a Gaza è sicuro. Non il nord, non il centro e non il sud. Il disprezzo per la protezione delle infrastrutture civili, comprese le strutture delle Nazioni Unite, gli ospedali, le scuole, i rifugi e i luoghi di culto, testimonia il livello di orrore che i civili a Gaza vivono ogni giorno", è quanto ha dichiarato il commissario generale dell'UNRWA, Philippe Lazzarini.
Nell'ultimo mese, l'UNRWA ha registrato danni collaterali e diretti a più di 60 delle sue strutture, per lo più scuole che danno rifugio a migliaia di civili in tutta la Striscia. Almeno 66 sfollati sono stati uccisi e diverse centinaia sono rimasti ferite.
Del totale delle strutture danneggiate, il 70% si trovava a sud di Wadi Gaza, nelle aree centrali e meridionali, tra cui Rafah e Khan Younis.