Per il ministro Bianchi e per il Governo, le scuole riapriranno il 10 gennaio, come previsto, nonostante il numero di contagi anche in Italia stia correndo, così come quello di coloro che sono costretti a ricorrere alla quarantena per essere venuti a contato con un positivo.

Per tali motivi, pertanto, non si escludono ulteriori provvedimenti ad hoc per alunni e personale scolastico, argomento che sarà al centro della prossima riunione della Conferenza Stato/regioni.

Il governatore della Campania, Vincenzo De Luca aveva dichiarato:

"Credo che si debbano prendere misure semplici ed equilibrate, con l’obiettivo di aprire le scuole in presenza quanto prima e per sempre. Nel quadro attuale di diffusione del contagio fra i giovanissimi, mi parrebbe una misura equilibrata e di grande utilità il semplice rinvio del ritorno a scuola. Prendere 20/30 giorni di respiro, consentirebbe di raffreddare il picco di contagio – che avrà a gennaio probabilmente un’altra spinta – e di sviluppare, in questi giorni, la più vasta campagna di vaccinazione possibile per la popolazione studentesca".

Ma la sua linea non ha scalfito le convinzioni del Governo. L'ultima proposta di un presidente di regione sulla scuola è quella di Luca Zaia:

"Chiedo al governo di valutare l’introduzione dell’automonitoraggio a scuola, a partire dal primo giorno di rientro e fino alla fine dell’emergenza, come già fanno Israele e Gran Bretagna". 

Come realizzarlo?

"Consegnando a tutti gli studenti, una o due volte alla settimana, un kit per il test fai da te, da eseguire in classe con compagni e insegnanti, sempre su base volontaria. Sappiamo che i sintomi di Omicron compaiono nell’arco di 5 giorni: in questo modo riusciremmo ad intercettare i positivi prima che il contagio dilaghi". 

La linea del Governo è quella di tenere aperte le scuole e relegare la didattica a distanza solo in casi inderogabili. Ma rimangono comunque da risolvere i problemi legati alla distinzione tra vaccinati e non, con la conseguente definizione di quanti debbano essere i contagi in classe per ricorrere alla didattica a distanza e chi la debba fare, anche in relazione alle ultime disposizioni sulla quarantena.