La National Association of Business Economics (NABE), questo lunedì ha pubblicato i dati di un sondaggio che dimostrano, nei fatti, che la riduzione di tasse da 1,5 trilioni di dollari alle imprese non ha portato alcun beneficio agli investimenti, nonostante le assicurazioni in tal senso di Donald Trump.
Nell'ultimo sondaggio trimestrale sulle condizioni economiche, la NABE ha dimostrato che mentre solo alcune aziende hanno dichiarato di aumentare i propri investimenti per le minori imposte societarie, l'84% ha dichiarato di non aver cambiato i propri programmi di investimento. Ad ottobre del 2018, il dato era pari all'81%.
Secondo quanto previsto da Trump, la riduzione fiscale alle imprese dal 35% al 21% entrata in vigore un anno fa, avrebbe dovuto aumentare gli investimenti e far crescere l'occupazione, cosa che è avvenuta solo nel settore della produzione di beni, con il 50% degli intervistati che ha dichiarato maggiori investimenti ed un altro 20% ha detto di aver riportato negli Stati Uniti investimenti ed assunzioni in precedenza previsti all'estero.
Investimenti, però, che secondo il NABE stanno di nuovo rallentando dopo una ripresa nel terzo trimestre del 2018. Secondo il sondaggio, la spesa in conto capitale è scesa a gennaio ai livelli più basso da luglio 2017 e per i prossimi tre mesi non sono attesi miglioramenti.
Per quanto riguarda l'occupazione, i risultati del sondaggio dicono che è migliorata nel quarto trimestre del 2018 rispetto al terzo trimestre, ma solo di poco. Le assunzioni nell'ultimo trimestre riguardano solo un terzo degli intervistati, facendo così rimanere invariato il dato di ottobre. Invece, è in calo il dato sulla previsione di future nuove assunzioni, passato dal 29% di ottobre al 25% di gennaio.
Un dato che non sorprende e che da molti era già stato ipotizzato già al tempo in cui il taglio delle tasse alle imprese veniva promosso da Trump nella campagna elettorale del 2016. Ma se abbassare le tasse alle imprese non produce neppure negli Stati Uniti un incremento degli investimenti e dell'occupazione, perché in Italia dovrebbe accadere il contrario?