Anche la FDA sembrava dover arretrare di fronte alla follia di Trump ma poi non demorde
Dopo le folli dichiarazioni sul coronavirus rilasciate da Trump lunedì sera al suo rientro alla Casa Bianca, non hanno tardato ad arrivare le critiche , non solo da parte del suo oppositore Joe Biden e di chi lo sostiene, ma anche da parte del mondo medico e scientifico... perché non solo i numeri dei nuovi casi di coronavirus in America sono alti, ma stanno di nuovo crescendo, con il contagio che adesso ha iniziato ad interessare anche gli Stati del midwest.
E le dichiarazioni di Trump finiscono per essere ancor più grottesche soprattutto se si pensa alla situazione all'interno della Casa Bianca, diventata un focolaio Covid, tanto che i giornalisti accreditati l'hanno descritta come una "città fantasma", dato che a gran parte del personale è stato detto di lavorare da casa.
Ma per Trump la ricerca di consenso a meno di un mese dal voto è irrinunciabile. Per questo ha deciso di respingere la proposta con cui la Food and Drug Administration (FDA) chiedeva che i vaccini anti-Covid fossero testati sui pazienti per almeno due mesi prima di poter ricevere l'approvazione definitiva per la loro utilizzazione.
Se quanto richiesto dalla FDA fosse stato approvato, Trump non avrebbe potuto avere il "suo" vaccino pronto prima delle elezioni del 3 novembre, come ha entusiasticamente annunciato qualche tempo fa.
Anche questa è una scelta sconsiderata, pericolosa e, pertanto, folle. Infatti, il problema di qualsiasi vaccino, prima del suo utilizzo su larga scala, è quello di verificare che sia efficace, ma anche innocuo. E questo è possibile solo allargando progressivamente i test ad un numero sempre maggiore di persone di diverse classi di età, con o senza altre patalogie.
Per questo alcuni ex-funzionari della FDA hanno scritto un articolo sul Washington Post in cui hanno attaccato l'amministrazione Trump con l'accusa di "minare la credibilità" dell'agenzia.
Se i primi vaccini rilasciati troppo in fretta dovessero essere inefficaci o addirittura dannosi, la reazione delle persone sarebbe quella di rifiutare un vaccino anti-Covid anche in futuro, quando invece sarebbe innocuo ed efficace.
Ma per Trump, qualunque appiglio che gli consenta di recuperare i 14 punti di svantaggio che lo separano da Biden deve essere sfruttato... anche se a farne le spese potrebbero essere gli americani che sostiene di voler tutelare.
Intanto, in queste ore, Facebook gli ha cancellato un post in cui aveva scritto che la Covid-19 è "meno letale" dell'influenza. Twitter ha reso non immediatamente leggibile lo stesso messaggio (poi cancellato da Trump), etichettandone il contenuto come fuorviante e potenzialmente dannoso.
Ma perché stupirsi di quanto sta avvenendo? La carenza di ossigeno a cui probabilmente Trump è ancora soggetto a causa della Covid ne offusca, più del solito, le sue già poco eccelse qualità intellettuali.
Aggiornamento.
Successivamente, la FDA ha pubblicato un documento in cui ha riepilogato le condizioni minime per un produttore per ottenere l'autorizzazione ad un utilizzo di emergenza di un vaccino anti Covid.
Tra i vari punti elencati, è da sottolineare il seguente:
Data from Phase 3 studies should include a median follow-up duration of at leasttwo months after completion of the full vaccination regimen to help provide adequate information to assess a vaccine’s benefit-risk profile, including: adverse events; cases of severe COVID-19 disease among study subjects; and cases of COVID-19 occurring during the timeframe when adaptive (rather than innate) and memory immune responses to the vaccine would be responsible for a protective effect.
I dati degli studi di fase 3 dovrebbero includere una durata media di follow-up di almeno due mesi dopo il completamento del regime di vaccinazione in modo da aiutare a fornire informazioni adeguate per valutare il profilo rischio-beneficio di un vaccino, includendo: eventi avversi; casi gravi di COVID-19 tra i soggetti vacicnati; e casi di COVID-19 che si verificano durante il periodo di tempo in cui un soggetto dovrebbe essere protetto dalla risposta immunitara del vaccino.
Pertanto, sembra adesso improbabile che Trump possa usare la data di uscita dei vaccini attualmente in fase 3 come mezzo di propaganda per le elezioni presidenziali, imponendone l'uscita prima del 3 novembre nonostante tutte le verifiche sulla loro affidabilità non fossero eseguite.
Questa è stata la risposta di Trump che l'ha definita una scelta politica: