Giorgia Meloni, mercoledì, si è presentata alla Camera per comunicare la posizione del suo governo sui temi che saranno oggetto di discussione nel Consiglio europeo del 27 e 28 giugno. Nel pomeriggio, a partire dalle 15, farà altrettanto in Senato.
Nei tre quarti d'ora in cui ha illustrato la sua visione d'Europa, da un lato una sequenza di ovvietà su cui in parte tutti non potrebbero non concordare (salvo dimenticarsi di illustrare il come fare ciò che non è stato fatto o ciò che è stato fatto male), dall'altro le solite dichiarazioni di propaganda corredate da interpretazioni di comodo, la premier ha concluso il suo intervento illustrando ciò che più gli interessava... le trattative per la composizione degli organi di Consiglio e Commissione Ue nella legislatura che si appresta ad iniziare.
Ecco che cosa ha detto:
"Ma per portare avanti questa agenda ambiziosa serve una volontà politica comune. Non è tanto un problema di regole, è una questione di visione. E qui torniamo all’inizio del mio intervento. I cittadini, nelle elezioni che si sono appena svolte, hanno detto chiaramente qual è il modello che preferiscono, tra quello portato avanti fin qui e quello che proponiamo. Tra l'Europa dei compromessi al ribasso e quella delle sfide al rialzo. Se c’è un dato indiscutibile che è emerso da questa tornata elettorale è la bocciatura delle politiche portate avanti dalle forze di governo in molte delle grandi Nazioni europee, che sono anche, molto spesso, le forze che hanno impresso le politiche dell’Unione di questi anni.Questo giudizio negativo emerge dal peso dei seggi ottenuti dai partiti di governo sul totale degli eletti: in Francia le forze di governo hanno eletto soltanto il 16% dei parlamentari europei spettanti a quella Nazione, in Germania il 32%, in Spagna il 34%. Solo l’Italia, tra le grandi Nazioni europee, ha un dato positivo con quasi il 53% degli eletti che è espressione delle forze di governo. Certo, c’è anche chi sostiene che i cittadini non siano abbastanza maturi per prendere determinate decisioni e che l’oligarchia sia la sola forma accettabile di democrazia, ma io non sono di questo avviso. Ho combattuto questo principio surreale in Italia, e intendo combatterlo anche in Europa.Noi, cioè, siamo convinti che il popolo abbia sempre ragione e che sia dovere di chiunque ricopra un incarico di responsabilità seguire le indicazioni che arrivano dai cittadini. Personalmente non conosco alternative alla democrazia, e mi batterò sempre contro chi vorrebbe sublimare, in questo caso anche a livello europeo, una visione oligarchica e tecnocratica della politica e della società. Non mi stupisce che qualcunaltro lo faccia, in alcuni casi perché appartiene alle sue basi culturali, in altri casi perché è una lettura che consente di tentare di mantenere un potere anche da posizioni di debolezza. Non mi stupisce che quest’approccio sia emerso prima, durante e dopo la campagna elettorale. Ma è un elemento che non può lasciarci indifferenti, soprattutto in un’Aula parlamentare. Perché nessun autentico democratico, che creda nella sovranità popolare, sancita dall’articolo 1 della Costituzione, può in cuor suo considerare accettabile che in Europa si tentasse di trattare sugli incarichi di vertice ancor prima che i cittadini si recassero alle urne. Poi ci si chiede perché i cittadini non considerino importante andare a votare. Dirò come sempre quello che penso. Non mi pare sia emersa finora la volontà di tenere conto di ciò che i cittadini hanno detto nelle urne. Nel metodo e nel merito. Relativamente al merito, mi sono permessa di far notare che consideravo surreale che nella prima riunione, seppure informale, del Consiglio Europeo successiva alle elezioni, alcuni si presentassero direttamente con le proposte di nomi per gli incarichi apicali, frutto delle interlocuzioni tra alcuni partiti, senza neanche fingere di voler aprire una discussione su quali fossero le indicazioni arrivate dai cittadini con il voto. Perché prima di discutere chi debba fare cosa, andrebbe discusso la cosa vogliamo fare, e solo successivamente andrebbe scelta la persona migliore per concretizzare quelle indicazioni. E questo mi porta al metodo. Come se i cittadini non avessero dato un’indicazione diversa, in queste ore come in campagna elettorale, da più parti si è sostenuto che non si debba parlare con alcune forze politiche che in queste elezioni sono, guarda un po’, quelle che hanno visto crescere il loro consenso. Allora su questo consentitemi di fare un passo indietro. Le istituzioni europee, in passato, non sono mai state pensate in una logica di maggioranza e opposizione. Sono state pensate come soggetti neutrali, capaci di garantire così tutti gli Stati membri, indipendentemente dal colore politico del Governo di quegli Stati membri. Così gli incarichi apicali, Presidente del Consiglio, della Commissione, del Parlamento, più Alto Rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza, sono stati normalmente affidati tenendo in considerazione i gruppi con la dimensione maggiore - e quindi tenendo in considerazione il responso elettorale - indipendentemente da possibili logiche di maggioranza o opposizione. Perché la logica della maggioranza e dell’opposizione si materializza nel parlamento, con maggioranze che, tra l’altro, cambiano da dossier a dossier data la complessità del quadro europeo. Oggi si sceglie di aprire uno scenario completamente nuovo. E la logica del consenso, su cui si sono sempre basate gran parte delle decisioni europee, viene scavalcata dalla logica dei caminetti nei quali alcuni pretendono di decidere per tutti, sia per quelli che sono della parte politica avversa, sia per quelli di Nazioni considerate troppo piccole per essere degne di sedersi ai tavoli che contano. Una sorta di “conventio ad excludendum” in salsa europea, che a nome del Governo italiano ho apertamente contestato e che non intendo accettare.Se vogliamo rendere un buon servizio all’Europa e alla sua credibilità, dobbiamo dimostrare di aver compreso gli errori del passato e avere in massima considerazione le indicazioni che sono arrivate dai cittadini con il voto. E se anche qualcuno preferisce ignorarle, quelle indicazioni sono molto chiare: i cittadini chiedono un’Europa che sia più concreta e che sia meno ideologica. Ma l’errore che si sta per compiere, con l’imposizione di questa logica, e di una maggioranza, tra l’altro, fragile e destinata probabilmente ad avere difficoltà nel corso della legislatura europea, è un errore importante. Non per la sottoscritta, o per il centrodestra, e neanche solo per l’Italia, ma per un’Europa che non sembra comprendere la sfida che ha di fronte, o che la comprende ma preferisce in ogni caso dare priorità ad altre cose.Né intendo sostenere una tesi diversa da quella nella quale credo, semplicemente per chiedere in cambio un ruolo che all’Italia spetta di diritto. Non mi addentrerò, lo comprenderete, nel merito delle tante interlocuzioni che in questi giorni sto avendo, che continuerò ad avere. Voglio limitarmi a dire che abbiamo chiesto e torneremo a chiedere un cambio di passo politico, prima di tutto. In linea con il messaggio dato dalle urne. E poi ovviamente intendiamo batterci per l’Italia.Noi siamo un Paese fondatore dell’Ue, l’economia italiana è la terza d'Europa, la nostra manifattura è la seconda del Continente, siamo il terzo Stato membro per popolazione, abbiamo primati in tantissimi campi e oggi possiamo contare su una ritrovata stabilità politica e una solidità economica che ci hanno consentito di scrollarci di dosso i troppi pregiudizi dei quali eravamo vittime. Forti di ciò che siamo, e di ciò che l’Italia può ambire ad essere, mi auguro che su questo si possa agire con compattezza, e fare gioco di squadra per assicurare che la nostra Nazione sia rappresentata al meglio negli incarichi di vertice dell’Unione europea. Dobbiamo cioè lavorare per vederci riconosciuto ciò che spetta all’Italia come Nazione, non al Governo, non a questo o a quel partito, ma alla Nazione. Non sempre quel peso ci è stato adeguatamente riconosciuto in passato, ma il messaggio che i cittadini ci hanno consegnato con il voto è un messaggio chiaro, e non intendo farlo cadere nel vuoto".
La sostanza delle parole di Meloni è la solita: voler far credere che i fascisti in Europa abbiano vinto le elezioni e che le istituzioni europee che si vanno a formare ne debbano tener conto... nonostante i numeri dicano altro!
Le elezioni "europee", che si sono svolte in tutti qli Stati membri dell'UE, hanno prodotto dei risultati che, in base alle collocazioni dei partiti nazionali nelle varie famiglie del Parlamento di Bruxelles, indicano che i fascisti - conservatori e identitari - non hanno ottenuto alcuna maggioranza e non possono esser parte organica di una maggioranza (neppure i fascisti conservatori di ECR), per due motivi: il primo è che nel PPE vi sono popolari come i polacchi che non li vogliono, il secondo è che i socialisti starebbero fuori da qualsiasi maggioranza e liberali, popolari e conservatori non avrebbero numeri sufficienti (i fascisti identitari sarebbero comunque fuori dai giochi).
Comunque la premier voglia metterla, semplicemente, i fascisti hanno vinto le elezioni europee in alcuni Stati, ma in altri no, e hanno ottenuto dei numeri che non consentono loro di poter dare alcuna indicazione su alcunché, anche perché la sua visione di mondo è tutt'altro che democratica.
Lo ha ricordato anche quando ha fatto riferimento alla sovranità popolare, sancita dall’articolo 1 della Costituzione. Lei, quell'articolo, con la complicità del silente Mattarella lo sta disattendendo da quasi due anni perché non sa o non ricorda - poco importa - che la sovranità può essere esercitata SOLO nelle forme e nei limiti della Costituzione... cosa che il suo governo si guarda bene dal fare, visto che licenzia provvedimenti non riconoscendo e garantendo i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.
Questa la risposta di Elly Schlein, segretaria dem, alle dichiarazioni di Meloni:
"Prima la Presidente si chiedeva che cosa abbia sbagliato l'Unione europea, beh ha sbagliato quando ha mancato di stare vicina ai bisogni delle persone, quando ha mancato di solidarietà. Ma in questo anno e mezzo su questi sbagli voi ci avete messo la firma, con la totale assenza e incapacità dimostrata nel negoziato sul Patto di stabilità, che reintroduce la rigida austerità, e con la mancanza di solidarietà anche sull'accoglienza, per cui non vi siete mai battuti, forse per non scontentare i vostri alleati nazionalisti che costruiscono i muri contro l'Italia.Noi abbiamo le idee chiare e la coerenza di chi, diversamente dalla Presidente del Consiglio, non ha cambiato posizione. Vogliamo un' Europa più sociale e del lavoro dignitoso, quella che ha messo in campo 100 miliardi sugli ammortizzatori sociali durante la pandemia, quella che ha approvato una direttiva sul salario minimo, mentre voi e la vostra maggioranza continuate a bloccare la nostra proposta su tre milioni e mezzo di lavoratrici e lavoratori che in Italia sono poveri anche se lavorano, perché sotto i 9 euro all'ora non è lavoro, è sfruttamento e non può essere legale. ...E allora capite che dobbiamo avere l'ambizione di cambiarla per davvero questa Unione, perché diventi l'Europa federale del Manifesto di Ventotene, riformando i trattati e superando l'unanimità, altrimenti vi sia chiaro che quando difendete il diritto di veto state difendendo anche quello di quei Paesi che continuano a fare i paradisi fiscali e rubarci risorse importanti sulla sanità, sulla scuola, sulle pensioni, sulla ricerca. Una riforma dei trattati è ancora più necessaria per democratizzare l'impianto europeo in vista dell'allargamento che tutti sosteniamo. ... Meloni ha citato la direttiva sull'efficientamento energetico delle case, che permetterebbe alle famiglie e alle imprese di dimezzare strutturalmente le bollette. La risposta non è piagnucolare per le scadenze, ma se abbiamo ottenuto 100 miliardi sugli ammortizzatori sociali, oggi battiamoci anche insieme per ottenere un fondo europeo di almeno 100 miliardi che accompagni i Paesi con le case più vecchie come il nostro, proposte concrete non vuota propaganda. ....Il Governo non sta facendo abbastanza per ottenere un immediato cessate il fuoco a Gaza e fermare il massacro di civili in corso, per liberare gli ostaggi israeliani ancora nelle mani dei terroristi di Hamas e per far ripartire il processo di pace verso i “due popoli e due Stati”, che significa che bisogna riconoscere anche ai palestinesi il pieno diritto ad uno Stato in cui vivere in pace e in sicurezza, come gli israeliani. E mentre sosteniamo il popolo ucraino ingiustamente invaso da Putin, anche su questo l'Unione deve fare molto più sforzo politico e diplomatico per isolare la Russia e far cessare quel conflitto, per arrivare ad una pace giusta e sicura per gli ucraini. ... Io non so - e voglio arrivare a chiudere - non so a chi si riferisca quando lancia allarmismi e vittimismi, non certo a noi che facciamo un'opposizione sul merito (Commenti), ad ogni critica affianchiamo una proposta concreta, ma devo dire che, rispetto a quanto la Presidente ha affermato ieri, mi pare che l'unica guerra entro i nostri confini la stiate facendo voi ai pover, contro il salario minimo, contro il reddito di cittadinanza, tagliando la sanità pubblica, la guerra che state facendo al Sud con un'autonomia differenziata che spacca in due questo Paese e naturalmente anche i diritti delle persone, come quelli delle figlie e dei figli delle coppie omogenitoriali. Ecco le vere vittime sono loro, non voi e non certamente la Presidente del Consiglio, che non ha nemmeno preso le distanze dalla violenza che abbiamo visto contro un deputato in quest'Aula, quella contro due studenti che tornavano dalla nostra manifestazione, e non ha il coraggio di cacciare dal suo partito chi fa i saluti fascisti e chi fa i saluti nazisti. Quindi noi andremo avanti nell'Unione europea a difendere la democrazia, lo Stato di diritto, i valori di solidarietà. Lo faremo anche dalle città, come avete visto nelle sconfitte brucianti di questi giorni, quindi state pronti perché stiamo proprio arrivando".