Continua l'incertezza per quanto riguarda il decreto Genova che, come era stato annunciato nella serata di martedì, quest'oggi dovrebbe approdare al Quirinale, a meno di qualche nuova chiusura... in questo caso non relativa ai porti, ma alla mancanza di coperture.

Alcuni dei ministri interessati al decreto tacciono, altri lanciano strali e ammonimenti, ma le loro dichiarazioni non sono state finora conclusive in relazione al suo percorso.

Così, in un'intervista al Corriere il viceministro alle Infrastrutture Edoardo Rixi, Lega, dichiara: «Questo ritardo non è accettabile. Punto. Ho parlato con Di Maio, con Salvini, con Toninelli, con Giorgetti. Siamo tutti d’accordo, e la presidenza del Consiglio si è esposta. Su un provvedimento così urgente non possono esserci stop o ritardi.»

Come si può capire da queste parole, quello che il Governo impone è un diktat che però non dà conto della base cui i tecnici devono sottostare: i soldi per le coperture. Ci sono o no? Sono o non sono stati indicati? Un diktat non riesce certo a fare chiarezza in tal senso.

La Stampa, invece, parla apertamente di assenza di coperture da imputare ad un "passo falso" del ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli.

Luigi Di Maio, in mattinata, è intervenuto a Radio Capital nella trasmissione Circo Massimo: «È stata data una interpretazione che il ministero dell'Economia voleva fermarlo, in realtà la ragioneria dovrebbe bollinarlo. In giornata il decreto va al Quirinale, deve andare al Quirinale. È stato scritto tanti giorni fa ed è pronto.»

Come già ampiamente dimostrato in altre circostanze, il pentastellato Di Maio non pare avere dimestichezza con la lingua italiana e confonde l'uso del condizionale con quello dell'indicativo. Così, nello stesso istante, l'arrivo al Quirinale del decreto viene dato per certo e anche per probabile.

E questo non aiuta capire o a eliminare la confusione dimostrata dal Governo sui provvedimenti urgenti da prendere per Genova e che Genova attende ormai da quasi due settimane.