Una nuova riscoperta cimarosiana sta per affacciarsi nel mercato editoriale e discografico: Il mercato di Malmantile, un dramma giocoso che il musicista aversano compose per il teatro della Pergola di Firenze nel 1784 su un preesistente libretto di Carlo Goldoni. Ne parliamo con Simone Perugini, direttore d’orchestra e musicologo che ha curato l’edizione critica della partitura (in corso di pubblicazione per l’editore Artaria Editions Limited, New Zealand)  e che sarà il direttore d’orchestra della registrazione discografica prodotta da Naxos e che sarà resa disponibile nel mercato discografico a partire dalla fine di giugno 2018.

D.: Maestro, ancora Cimarosa?

R.: Certo, ancora e sempre. Ormai credo che il mio destino (piacevolissimo, a dire il vero) sia segnato dalla presenza continua di questo grande compositore di cui mi occupo da tanti anni.

D.: Dopo Li sposi per accidente, anche stavolta dedica tutte le sue energie a un’opera dimenticata dell’aversano. Perché la scelta è caduta proprio su Il mercato di Malmantile?

R.: Ho iniziato a lavorare a quest’opera diversi anni fa. Molte biografie tardo ottocentesche e dei primi del Novecento  parlavano di questo lavoro come di un piccolo capolavoro degno di essere riscoperto; ma le indicazioni si fermavano sempre a questa generica affermazione. Ho colto questo invito e ho cominciato a ricercare materiale per capire se era effettivamente possibile realizzare l’edizione critica della partitura che l’editore Artaria Editions mi aveva commissionato, non appena avvertito del mio interesse per quest’opera. Ho iniziato l’analisi della partitura parzialmente autografa, custodita presso la biblioteca del Conservatorio “San Pietro a Majella” di Napoli, risalendo poi anche ad altre fonti manoscritte reperite in diverse biblioteche europee ed extraeuropee (Firenze, Vienna, Londra, New York). La sorpresa è stata sicuramente evidente: non solo si trattava, effettivamente, di un’opera di straordinaria bellezza ed efficacia teatrale, ma le tracce lasciate sull’autografo napoletano lasciavano intravedere una storia compositiva piuttosto travagliata che era necessario mettere in luce.

D.: Lo studio della musica è servito quindi a mettere anche in luce altri elementi non necessariamente legati alla composizione del lavoro?

R.: Nel Settecento, l’opera era musica “d’uso” e la nascita di un’opera era sempre segnata da una retro-storia, spesso di carattere biografico, che se ben centrata da parte dello studioso – e se lo studioso stesso è pure aiutato da una buona dose di fortuna – può riportare alla luce nuovi elementi anche biografici utili a una ricostruzione più scientifica e meno aneddotica della vita degli autori. E’ stato il caso de Il mercato di Malmantile, opera scritta da Cimarosa in fretta e furia, la cui data originaria di debutto a Firenze fu velocemente posticipata dall’impresario Andrea Campigli poiché Cimarosa non poteva recarsi in tempo nella capitale del Granducato a concertare il lavoro, dato che contemporaneamente era impegnato a comporre per le scene napoletane un altro lavoro, L’apparenza inganna, di cui Giovanni Battista Lorenzi, autore della parte letteraria, tardò non poco a fornirgli il libretto. Per questo motivo sono riuscito a risalire a un fitto carteggio tra Cimarosa, il re di Napoli Ferdinando IV e Campigli, il cui il compositore chiede protezione e giustizia per non essere riuscito a soddisfare nel tempo convenuto gli impegni presi sia con Napoli che con Firenze a causa, appunto, del ritardo imputabile a Lorenzi. Il mercato di Malmantile, tendando qui di riassumere una storia assai articolata, andò in scena un mese più tardi del previsto, su un libretto approntato in fretta e furia da un anonimo librettista (che, come spiego nell’apparato critico dell’edizione) si potrebbe tranquillamente identificare con Lorenzi stesso che riprese un vecchio libretto di Goldoni e lo adattò alle nuove esigenze di un pubblico moderno. Lo stesso Cimarosa, caso unico tra quelli a me conosciuti, si affidò alla tecnica dell’auto-imprestito, utilizzando, cioè, pezzi di musica scritti in precedenza per altre opere e inseriti pari pari all’interno della nuova partitura.

D.: L’edizione critica della partitura è già disponibile?

E’ in corso di stampa presso l’editore. Credo sarà disponibile entro la fine di quest’anno.

D.: Prevista una registrazione discografica, vero?

Non prevista: già stabilita (come del resto nel piano di lavoro denominati “Cimarosa Rediscovered” e approntato da Naxos e Artaria Editions che prevede la pubblicazione dell’edizione critica di un’opera e la sua registrazione discografica). Per quello che riguarda Il mercato di Malmantile, a metà maggio mi recherò per due settimane a Palermo, location scelta da Naxos, per incidere l’opera; sarò alla guida di uno straordinario gruppo di cantanti, con cui, almeno in parte, ho già lavorato con grande mia soddisfazione e, per la prima volta, sarò alla guida di un’orchestra francese: la “Fête Galante Baroque Orchestre”, specializzata, come dice la denominazione stessa, nel repertorio barocco e classico. Il doppio cd sarà poi già presente nel mercato alla fine di giugno di quest’anno. Per la cronaca: Malmantile è un luogo assai ameno davvero esistente: situato nel comune di Lastra a Signa (Firenze), conserva ancora le mura fortificate di origine medievale e che furono rimaneggiate addirittura da Filippo Brunelleschi. Spero che i malmantilesi siano felici (qualora ancora non ne siano a conoscenza) che un compositore tanto celebre come Cimarosa ha dedicato al loro borgo un’opera.

(Nella foto Simone Perugini, a sinistra, riceve il Premio Internazionale "Domenico Cimarosa" - Città di Aversa. Fonte Sito ufficiale del Premio Internazionale "Domenico Cimarosa").