Per chi non fosse perfettamente al corrente di come funzionano le elezioni presidenziali negli Stati Uniti, questo è un brevissimo promemoria.

Ciò che bisogna tener presente, è che il voto popolare complessivo, relativo alla somma dei consensi espressi per i candidati in lizza da parte di tutti gli americani, ai fini dell'elezione del nuovo presidente non conta nulla.

Ciò che conta è la vittoria di un candidato in ogni singolo Stato, vittoria che consente di conquistare il totale dei grandi elettori o delegati ad esso associati, il cui numero varia in base alla popolazione dello Stato. La soglia minima di delegati che un candidato deve raggiungere a livello nazionale per essere considerato vincitore è 270.

Tradizionalmente, una parte degli Stati americani vede vincere stabilmente i democratici ed un'altra i repubblicani. Alcuni Stati a causa di una composizione sociale più articolata tendono a cambiare tra un turno elettorale e l'altro: sono i cosiddetti "swing states", Stati in bilico. Perciò, nonostante Biden sia in vantaggio di 10 punti nelle preferenze degli americani, la sua vittoria non è affatto scontata.

Quali sono questi swing states?  Arizona, Colorado, Florida, Georgia, Iowa, Maine, Michigan, North Carolina, Ohio, Pennsylvania, Texas e Wisconsin. In metà di questi i sondaggi indicano un testa a testa tra Biden e Trump, come ad esempio in Florida.

Quando sarà possibile conoscere il vincitore? Negli Usa ci sono tre ore di differenza tra una costa e l'altra, pertanto i seggi inizieranno a chiudere a partire dalla costa est. Le prime proiezioni saranno rese pubbliche dopo le 18 ora locale, che per noi corrisponde alla mezzanotte. 

Il risultato indicativo sull'esito del voto si saprà però con almeno 24 ore di ritardo perché bisognerà attendere anche il conteggio dei voti per corrispondenza che in questa tornata, a causa della pandemia, sono stati numerosissimi. Inoltre, in alcuni Stati, questi voti potranno essere ricevuti e conteggiati anche entro i prossimi 3 giorni.

L'altro aspetto da considerare è che Trump non vuole perdere. Se il risultato gli sarà favorevole - questo è quanto ha dichiarato - le elezioni si saranno svolte correttamente. Se così non fosse allora significherebbe che ci sono stati dei brogli. In sostanza, Trump non sembrerebbe in ogni caso disposto a riconoscere la vittoria di Biden, gesto che negli Usa non è solo una forma di cortesia, ma quasi un atto formale. Rifiutarsi di dare atto all'altro candidato di aver vinto potrebbe addirittura creare una crisi istituzionale peggiore di quella del 2000 tra Bush e Gore, che portò al riconteggio (oltretutto poco credibile) delle schede elettorali in Florida.

Inoltre, se Trump non vincerà c'è da scommettere che il "suo esercito" sarà pronto ad intervenire.