Così papa Francesco dopo la preghiera dell'Angelus del 14 gennaio:
«E non dimentichiamo quanti soffrono la crudeltà della guerra in tante parti del mondo, specialmente in Ucraina, in Palestina e in Israele. All'inizio dell'anno ci siamo scambiati auguri di pace, ma le armi hanno continuato ad uccidere e distruggere. Preghiamo affinché quanti hanno potere su questi conflitti riflettano sul fatto che la guerra non è la via per risolverli, perché semina morte tra i civili e distrugge città e infrastrutture. In altre parole, oggi la guerra è in se stessa un crimine contro l'umanità. Non dimentichiamo questo: la guerra è in se stessa un crimine contro l'umanità. I popoli hanno bisogno di pace! Il mondo ha bisogno di pace! Ho sentito, pochi minuti fa, nel programma "A Sua Immagine", padre Faltas, Vicario della Custodia di Terra Santa a Gerusalemme: lui parlava di educare alla pace. Dobbiamo educare alla pace. Si vede che non siamo ancora – l'umanità intera – con un'educazione tale da fermare ogni guerra. Preghiamo sempre per questa grazia: educare alla pace».
Sarà interessante vedere se Israele e i sionisti in generale vorranno o meno rimarcare questa sottolineatura del pontefice:
"Non dimentichiamo questo: la guerra è in se stessa un crimine contro l'umanità".
Infatti, per lo Stato ebraico e i suoi sfegatati sostenitori, il genocidio a Gaza è un'atto dovuto, una legittima difesa ad una aggressione subita. Una legittima difesa che ha portato il gabinetto di guerra di Tel Aviv ad uccidere finora 24mila palestinesi dopo l'attacco del 7 ottobre, in cui le milizie di Gaza avevano ucciso 1.139 israeliani, lasciando sul terreno 1.500 combattenti.
Quanto detto dal Papa, pertanto, indica che anche Israele sta compiendo un crimine contro l'umanità.