Nel pomeriggio di martedì, i media russi hanno iniziato a pubblicare i primi risultati dei referendum indetti da Mosca nei territori ucraini occupati dal 2014 ad oggi.

Il 20% delle schede scrutinate indica il risultato di quello che, come si poteva immaginare già in precedenza, è stato in pratica un plebiscito: il 97% dei residenti dell'oblast di Kherson ha votato sì all'annessione alla Russia, a Zaporizhzhia la percentuale ha raggiunto il 98%, e così anche negli oblast di Donetsk e Luhansk.

I referendum sono sicuramente una farsa, che però i russi prendono sul serio e già nelle prossime ore è attesa la dichiarazione di Putin che trionfante annuncerà al suo popolo che i territori in precedenza elencati entreranno a far parte della Federazione Russa.

Nella stessa occasione, Putin ripeterà quanto già anticipato in passato. Non  appena il loro status di territori russi sarà formalizzato, qualsiasi attacco da parte degli ucraini in quelle aree sarà considerato un attacco alla Russia e questo potrebbe comportare una risposta militare in cui non sarebbe escluso l'uso di armi non convenzionali, persino l'atomica.

Un concetto ribadito ancora una volta oggi all'agenzia Tass anche da Dmitry Medvedev, vicepresidente del consiglio di sicurezza russo: "La Russia ha il diritto di utilizzare armi nucleari, se necessario, in base alla dottrina nucleare. ... La Russia - ha proseguito Medvedev - farà tutto il possibile per impedire ai vicini ostili, come l’Ucraina, di acquistare armi nucleari".

Nel frattempo, per supportare la sua "operazione militare", Putin continua a richiamare i riservisti, cercando di evitarne la fuga in altri Stati. Per tale motivo, è stato annunciato che sarà aperto un centro di arruolamento al posto di confine di Verkhnii Lars, tra Russia e Georgia, dove l'attraversamento al valico di frontiera non è più ammesso con le auto, ma solamente a piedi.

Infine, non sarà solo l'assenza di gas, in futuro, a doverci preoccupare, con il Nord Stream che oramai si appresta a diventare storia, visto che già ora non è più utilizzabile a causa di almeno tre perdite e che comunque già da alcune settimane non era più utilizzato. Infatti, secondo la Reuters, la siccità unitamente alla guerra in Ucraina hanno ridotto le scorte mondiali di grano al minimo da 10 anni a questa parte.