Pil a -0,3, produzione industriale a -2,7, inflazione quasi ferma, disoccupazione appena al disotto della soglia del 10%, clima di fiducia dei consumatori negativo.

Con questo quadro, difficile ritenere che a febbraio 2020 l'indicatore anticipatore dell'economia italiana potesse dare segnali positivi e non continuare a registrare, come invece è avvenuto, un tasso di crescita negativo per il futuro, comunque non certo diverso da quello dei principali Paesi dell'area euro.

Questo è quanto riporta la nota mensile pubblicata dall'Istat sull'andamento dell'economia italiana nel mese di febbraio.

Il problema maggiore, però, è rappresentato dal fatto che i dati negativi non tengono conto, se non in minima parte, dell'emergenza creata dal coronavirus, i cui effetti reali potranno essere registrati solo a marzo. In ogni caso, in base a questo andamento, è chiaro che le prospettive per l'economia del Paese non sono certo rosee.

Anche il dato macroeconomico sul commercio al dettaglio per gennaio 2020 non mostra segnali positivi con i dati congiunturali e trimestrali praticamente stagnanti, anche se variazioni positive per fatturato e volume si registrano in relazione al dato tendenziale. A soffrire sono i piccoli commercianti, mentre positivo è l'andamento per grande distribuzione e commercio elettronico.