Come tutti i settori anche quelli dell’Editoria non è stato risparmiato dalla crisi Covid. Qui sotto i dati riportati da fonte ISTAT sono molto preoccupanti.

Ne parleranno stasera Lorenzo Caravella e Paola De Nisco “All’Ora di Amadeus”, ore 20:30.

Per il periodo maggio-agosto è del 42% la percentuale di chi ha deciso di temporeggiare con le uscite, rimandandole ulteriormente. Si punta in modo particolare sull'ultima parte dell'anno con solo l'8% degli editori che immagina di rinviare i titoli di settembre-dicembre, sperando in un recupero natalizio.

Ebook e audiolibri tengono: nel primo semestre dell'anno solo l'1% degli editori ha dichiarato di aver riprogrammato al ribasso le uscite dei libri in digitale. Il 10% quelle degli audiolibri.

I piccoli e medi editori rischiano di essere decimati: quasi un editore su dieci (9%) sta valutando la chiusura già nel 2020. Un altro 21% la considera probabile. Si arriverebbe così al 30%. A fine 2020 si stima che la riduzione dei titoli dei piccoli e medi editori sarà del 32%.

Questo vuol dire 21.000 opere in meno, il 54% di tutte quelle che andranno perdute nel 2020. Pesante il calo di fatturato: il 72% dei piccoli e medi editori stima una perdita a marzo superiore al 30%, il 56% superiore al 50%, il 29% superiore al 70%.

Le librerie con il lockdown hanno avuto in dieci settimane 140 milioni di minor fatturato, pari a circa 45 milioni di euro di mancati utili lordi.