Prima era stato Bao-Ping Zhu, epidemiologo americano di origine cinese a far parte come osservatore, direttamente in Cina, del centro di controllo di malattie infettive, tra il 2007 e il 2011.
Successivamente, in quel ruolo, aveva operato un altro epidemiologo statunitense, la dottoressa Linda Quick, con il compito di formare epidemiologi cinesi da far intervenire nell'epicentro di eventuali possibili nuovi focolai, in modo da contenere l'insorgere di epidemie.
In seguito alla guerra commerciale in corso tra Cina e Stati Uniti la dottoressa Quick è stata richiamata negli Stati Uniti nell'estate dello scorso anno. Il suo incarico era finanziato con un fondo federale Usa che è stato sospeso a settembre 2019. Nessuno l'ha più sostituita nell'incarico che stava svolgendo.
Il CDC (Centro per la prevenzione e il controllo delle malattie - Center for Disease Control and Prevention), secondo quanto il dottor Bao-Ping Zhu, che in precedenza aveva svolto lo stesso incarico, ha dichiarato alla Reuters, solo il 31 dicembre aveva appreso per la prima volta di un gruppo di 27 persone che, per motivi inspiegabili, si erano ammalate di polmonite a Wuhan, in Cina.
Come è stato riconosciuto anche dallo stesso governo cinese, a quanto stava accadendo non è stata data l'opportuna attenzione e si è agito con molto ritardo. Se la dottoressa Quick, o chi per lei, avesse potuto continuare a svolgere il proprio lavoro, sempre secondo Bao-Ping Zhu, probabilmente la pandemia da Covid-19 avrebbe potuto essere evitata perché i primi casi avrebbero potuto essere scoperti e valutati forse già un mese prima.
A febbraio, Trump ha attaccato la Cina per aver censurato le informazioni sull'epidemia e per aver impedito agli esperti statunitensi di entrare nel Paese per dare assistenza.
La Reuters ha chiesto un commento al CDC in relazione a quanto sopra riassunto. Il direttore Robert Redfield ha cercato di minimizzare la notizia affermando che la sua agenzia aveva deciso di non mantenere un consulente in Cina già molto prima dell'estate scorsa. Inoltre, lo stesso CDC, non ha permesso alla dottoressa Quick, che lavora ancora per quella agenzia, di rilasciare un commento al riguardo.
Nel frattempo, negli Usa, il numero di contagi da Covid-19 è arrivato, domenica 22 marzo, a 35.224 mentre il numero di decessi è di 471. Il presidente Trump, che fino ad una decina di giorni fa aveva minimizzato il problema ha dichiarato lo stato di emergenza per i seguenti Stati: Washington, California e New York.
Una decisione su come affrontare la pandemia, da parte degli Usa, non è stata presa a livello federale, lasciando la scelta ai singoli Stati. Trump, domenica, ha detto che attenderà 15 giorni per capire quale strada prendere per combattere la pandemia, dicendosi preoccupato soprattutto per le conseguenze economiche che già adesso sta causando.