In Calabria, ad oggi, quattro procure della Repubblica, tra cui il capoluogo di regione, sono ancora senza procuratore. Pochi giorni fa sono stati scarcerati venti boss a Palermo. I nuovi clan stanno cercando un nuovo assestamento per Cosa Nostra. La mafia siciliana ha necessità di essere coordinata poiché in ballo ci sono affari - con ingenti guadagni - che riguardano le nuove sostanze stupefacenti. Si rende necessario riorganizzare la vecchia Cupola. Nino Spadaro, Stefano Fidanzati, Tommaso Lo Presti, potrebbero già essere ritornati, a tutti gli effetti, operativi sul campo criminale.
Tutti questi segnali mi fanno temere sempre di più il pericolo che le molteplici conquiste ottenute in tema di misure di contrasto alle mafie possano essere vanificate proprio dalla drammatica attualità. Non sento più parlare e dibattere di mafia. Il problema è fuori dall’agenda della politica e della cronaca. Non c’è più sangue sulle strade, per cui, secondo l’immaginario collettivo, non c’è mafia. Errore di valutazione più grave di questo non può esser commesso. Questo concetto è profondamente sbagliato e non regge neanche alla prova dei fatti.
Le nuove mafie sono completamente cambiate, hanno attuato metamorfosi ed evoluzioni che le hanno rese mercatistiche, transnazionali, corruttrici e soprattutto invisibili. Oggi le moderne organizzazioni criminali agiscono prevalentemente sul terreno politico, economico e finanziario. Sono trasparenti. La corruzione ha sostituito quasi totalmente la violenza. Il periodo stragista è finito. La nuova mafia, però, al contrario di quanto si possa pensare, è molto più forte e pericolosa di allora. Oggi la mafia non è più solo mafia. Servono, pertanto, nuovi strumenti e nuove strategie di lotta.
Stiamo assistendo, da anni, alla rimessa in discussione della legislazione antimafia voluta da Pio La Torre e da Giovanni Falcone. Si stanno indebolendo i pilastri portanti di quell’edificio faticosamente costruito negli anni contro le mafie (intercettazioni, collaboratori di giustizia, sistema delle confische). Non possiedo verità assolute, le mie sono semplici constatazioni che hanno soltanto lo scopo di offrire spunti per una discussione e per una azione ancora da attuare.
Depotenziare, in questo momento storico, gli strumenti antimafia che hanno dimostrato di funzionare, e che tuttora funzionano, significherà consegnare la vittoria completa alle nuove mafie.
Essendo a Radio Euronews mi sento di lanciare un ulteriore appello che spero arrivi ai nuovi parlamentari europei: “è giunta l’ora che l’Unione europea faccia la sua parte, non può più restare a guardare senza agire”.
Vincenzo Musacchio, docente di strategie di lotta alla criminalità organizzata transnazionale, associato al Rutgers Institute on Anti-Corruption Studies (RIACS) di Newark (USA). Ricercatore indipendente e membro dell’Alta Scuola di Studi Strategici sulla Criminalità Organizzata del Royal United Services Institute di Londra.