Il “Piano per la vittoria” di Zelensky
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky presenterà oggi, 17 ottobre, al Consiglio europeo a Bruxelles, il suo personalissimo ‘Piano per la vittoria’ che ha l’obiettivo, sempre secondo lui, di mettere fine alla guerra tra Russia e Ucraina entro il 2025.
“Un piano che serve per rafforzare il nostro Stato e la nostra posizione. Per essere abbastanza forti per porre fine alla guerra. Se iniziamo a portarlo avanti ora, possiamo riuscire a porre fine alla guerra non più tardi del prossimo anno”, ha dichiarato Zelensky.
Il piano si basa sulle garanzie di sicurezza solide da parte degli alleati e nuove armi per evitare che la Russia lanci pause nei combattimenti per riarmarsi e poi riattaccare.
Kiev chiede quindi un invito ad aderire alla Nato che “invierebbe un forte segnale al leader russo Vladimir Putin, la fornitura di più armi più velocemente e senza limiti al loro uso, di dispiegare sul territorio del Paese una deterrenza strategica non nucleare in grado di proteggere l’Ucraina da qualsiasi minaccia dalla Russia”, un accordo speciale sull’uso congiunto delle risorse critiche, come il litio, il gas, il titanio e altre materie prime, con i partner dell’Ue e Usa, e infine prospettive post belliche, fra cui la sostituzione di forze americane in Europa con unità ucraine.
Un paletto resta fermo nell’idea di accordo di pace di Zelensky: è esclusa la possibilità di cedere territori alla Russia perché “la Russia deve perdere la guerra contro l’Ucraina e non può esserci uno scambio sul territorio dell’Ucraina o la sua sovranità”. Per il presidente Kiev e i suoi alleati devono “costringere la Russia a partecipare al summit di pace e a mettere fine alla guerra”.
E per far questo Zelensky, come fa da mesi, ha ribadito la richiesta ai Paesi occidentali di “eliminare le restrizioni all’uso di armi a lungo raggio su tutto il territorio dell’Ucraina occupato dalla Russia, sul territorio russo e sulle infrastrutture militari nemiche” e di aiutare “ad equipaggiare le nostre brigate di riserva”.
Un piccolo dettaglio. Nel piano Zelensky non compare mai la parola “pace” e l’adesione dell’Ucraina alla Nato trascinerebbe in guerra contro la Russia tutti i paesi aderenti all’alleanza.
Il Piano di Zelensky è una proposta basata su cinque punti principali:
1. Invito ad entrare nella Nato.
Il primo punto essenziale al completamento del piano prevede un invito da parte dell’Alleanza. Sebbene l’adesione effettiva sia ancora lontana nel tempo, un invito ad aderire invierebbe un segnale forte alla Russia e a Vladimir Putin. “Un invito è una decisione forte che richiede solo determinazione”, ha detto il presidente ucraino.
2. Invio di armi senza restrizioni al loro utilizzo.
Zelensky ha stilato un elenco di armi necessarie a proteggersi e per portare “la guerra vicino a casa per il Cremlino“. Richiesto anche l’addestramento e capacità di difesa aerea per scoraggiare gli attacchi russi, dati satellitari in tempo reale da parte degli alleati, la fine di tutte le restrizioni sull’uso di armi donate per colpire all’interno della Russia e l’aiuto degli alleati per abbattere missili e droni sul territorio ucraino. Molti di questi passi sono stati bloccati dai timori occidentali di oltrepassare le ‘linee rosse’ di un coinvolgimento diretto nella guerra.
3. Deterrenza.
Il piano prevede poi di dispiegare sul proprio territorio un pacchetto completo di deterrenza strategica non nucleare, sufficiente a proteggere l’Ucraina da qualsiasi minaccia militare proveniente dalla Russia. Di fronte a ciò, Mosca dovrebbe accettare di prender parte ad un “onesto” processo diplomatico per una giusta fine della guerra, o si troverà a non poter più continuare a combattere grazie agli aiuti forniti all’Ucraina. Le armi specifiche non sono state rivelate da Zelensky nel suo discorso al Parlamento, ma ha detto che i leader di Stati Uniti, Germania, Francia e Regno Unito conoscono le richieste di Kiev.
4. Potenziale economico strategico.
L’Ucraina propone ai partner dell’Unione Europea e degli Stati Uniti di firmare un accordo speciale sull’uso comune delle risorse critiche possedute dall’Ucraina, come litio, gas e titanio, e di produrre energia insieme in futuro.
5. Prospettive post-guerra.
Infine, Zelensky sostiene che con la fine della guerra sarà in grado di poter partecipare al miglioramento della sicurezza europea, grazie al contributo delle sue forze armate particolarmente abili e abituate al combattimento. “Se i partner sono d’accordo, prevediamo di sostituire alcuni contingenti militari delle forze armate statunitensi di stanza in Europa con unità ucraine dopo la guerra – ha detto il presidente – Gli ucraini hanno dimostrato di poter essere una forza che il male russo non può superare”.
Inevitabile la reazione del Cremlino che bolla il piano firmato Zelensky come un diktat degli Stati Uniti. Il piano, ha detto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, rivela la volontà di Washington che Kiev combatta contro la Russia “fino all’ultimo ucraino”. Secondo le agenzie russe, Peskov ha precisato che la fine del conflitto è possibile solo se l’Ucraina riconoscerà quella che per il portavoce del Cremlino è mancanza di prospettiva.