Zampata di Milik: la Lazio vince ma la Juve va in finale di Coppa Italia

La Lazio batte la Juventus all’Olimpico, ma ad andare in finale di Coppa Italia sono i bianconeri. Biancocelesti che si impongono per 2-1, ma gli uomini di Allegri sorridono grazie al successo dell’andata (2-0 per i bianconeri). Castellanos illude i capitolini con la doppietta tra il primo e il secondo tempo (12′ e 48′), poi è Milik al primo pallone toccato (82′) a regalare il pass per l’ultimo capitolo della Coppa Italia. Ora i bianconeri attendono di conoscere chi tra Atalanta e Fiorentina sarà la sfidante della finalissima che si giocherà il prossimo 15 maggio all’Olimpico di Roma.


Milan, stangata post derby: Calabria, Hernandez e Tomori squalificati

Le conseguenze dal punto di vista disciplinare dei convulsi minuti finale del derby tra Milan e Inter si proiettano sui prossimi impegni di campionato delle due milanesi con ovviamente un peso specifico maggiore per quanto riguarda i rossoneri, ancora in lotta per il secondo posto e impegnati nel weekend proprio contro la Juve. Il Giudice sportivo ha infatti fermato per un turno Theo Hernandez (espulso dopo la rissa con l’interista Dumfries, anche lui fermato per una giornata) e per due Davide Calabria, allontanato dal campo per la manata rifilata a Frattesi. Milan che a Torino, contro i bianconeri, sarà senza Tomori, anche lui squalificato dopo l’ammonizione (era in diffida) presa contro l’Inter. Per Pioli, dunque, difesa decimata in uno scontro estremamente delicato.

IL PROVVEDIMENTO DEL GIUDICE SPORTIVO

– Calabria fermato per due turni “per avere, al 51° del secondo tempo, a giuoco fermo, colpito al volto un calciatore della squadra avversaria”.
– Theo Hernandez fermato per un turno “per comportamento scorretto nei confronti di un avversario (undicesima sanzione); per avere inoltre, al 48° del secondo tempo, a giuoco fermo, afferrato all’altezza del collo un calciatore della squadra avversaria strattonandolo”.
– Dumfries fermato per un turno “per avere, al 48° del secondo tempo, a giuoco fermo, afferrato all’altezza del collo un calciatore della squadra avversaria strattonandolo”.


Giuntoli: “Rinnovo di Allegri con la Juve? Ne parleremo…”

Cristiano Giuntoli conferma sempre più Massimiliano Allegri sulla panchina della Juventus. A margine della semifinale di ritorno di Coppa Italia contro la Lazio all’Olimpico, il Football Director bianconero ai microfoni di Sportmediaset ha infatti sottolineato: “Parleremo di rinnovo con Allegri in separata sede, ci incontreremo per parlare del futuro e della squadra, di mercato. Yildiz? Abbiamo tanti ragazzi bravi, con lui il futuro è scritto dallo scorso anno quando abbiamo fatto un contratto di 4 anni. Puntiamo su di lui, non vogliamo dargli pressioni”. Non mancano però anche delle bordate: “Avevamo un sogno (scudetto, ndr) e davamo il 140%, poi siamo calati e oggi il 100% non basta, forse per l’approccio sbagliato, infortuni o scelte arbitrali di cui non parliamo mai. Con noi il Var non è mai intervenuto“. Poi ha ammesso: “Mi sento un po’ responsabile per questa stagione”.

Proprio sul tecnico bianconero, infatti, non ha dribblato le domande: “Considereremo il rinnovo, ne parleremo. Ma ci incontreremo per confrontarci sul mercato e su cosa fare per il futuro della squadra”.

Quel futuro che potrebbe ripartire da Yildiz, con la maglia numero 10 sulle spalle: “Puntiamo su di lui, non vogliamo dargli pressioni. La Juve del futuro arriverà, puntiamo sui giovani e dobbiamo aspettarli. Insistere con questo percorso iniziato prima di me e che io sto continuando”.

“Coppa Italia? Per noi è un traguardo importante, all’inizio dell’anno gli obiettivi erano chiari ovvero tornare in Champions League e puntare forte sulla Coppa. Siamo in corsa, speriamo di regalarci la finale” ha sottolineato Giuntoli, spiegando poi quelle che secondo lui sono state le cause del calo nella seconda parte della stagione dei bianconeri: “Se vediamo i punti che abbiamo fatto prima di Empoli e Inter c’è stato un calo dovuto al fatto che avevamo un sogno e tutti davano il 140%. Oggi il 100% non basta, forse l’approccio sbagliato, infortuni”.

Il direttore non si è però tirato indietro nel fare polemica, evidenziando “scelte arbitrali di cui non parliamo mai, con noi il Var non è mai intervenuto“.

Poi ha ammesso: “Ci siamo presi un margine nel girone d’andata, sapevamo qual era il nostro obiettivo e ora speriamo di arrivarci con forza e determinazione. La prima missione era mettere a posto i conti, abbiamo fatto un mercato conservativo. Nel bene e nel male mi sento responsabile, ho provato a dare una mano. Siamo uniti e sereni per centrare gli obiettivi, ma ci vuole pazienza perché la Juventus non viene da un periodo facile. Dobbiamo stare uniti e fare un mercato all’altezza di questo club.


Cannavaro si presenta all’Udinese: “Ci aspettano sei finali”

“E’ banale ma ci aspettano sei finali. E le finali non si giocano, si vincono”.  Ha le idee chiare, Fabio Cannavaro, su come traghettare l’Udinese verso il traguardo della salvezza. “Un obiettivo che intendiamo raggiungere con un atteggiamento più aggressivo, con una disposizione più offensiva. La squadra sembrava più impegnata a non prenderle e, forse per questo, ha collezionato troppi pareggi e soltanto 4 vittorie. Troppo poche”, ha ricordato il nuovo tecnico nella conferenza stampa di presentazione. Nessun modulo fisso, ma squadra pronta ad adattarsi alle caratteristiche dei giocatori: “Sono affezionato al 4-3-3 – ha confidato il tecnico – ma la disposizione può cambiare in fase di possesso e non possesso. Adesso le cose importanti sono il coraggio, la personalità, il senso di responsabilità di rappresentare un club che vuole giocare il suo trentesimo campionato consecutivo in serie A”.


Bruscolotti: “I tifosi del Napoli meritano rispetto. Il nuovo allenatore? Lasciamo fare alla società senza mettere pressione”

Giuseppe Bruscolotti parla a Marte Sport Live: “Nell’anno dopo il primo scudetto noi calciatori con Ferlaino non abbiamo avuto problemi di rinnovo o adeguamento contrattuale, abbiamo sempre avuto quello che meritavamo, mai successe cose del genere. Sono situazioni che possono contare ma bisogna contestualizzare: questo è un mondo dove si guadagnano tanti soldi, pensare ad un ammutinamento sarebbe una mancanza di rispetto verso la gente ‘comune’ e – se fosse così – ci sarebbe da vergognarsi. Chi sono i principali responsabili della crisi del Napoli? I colpevoli sono tutti: bisogna partire dalla Società per finire con i calciatori in campo, che sono gli artefici di tutto e possono capovolgere qualsiasi situazione.

Se è vero che c’è tensione in spogliatoio, non va bene: sono cose che vanno messe da parte, perché ci sono tante persone che li seguono, tifosi che non arrivano a fine mese ma seguono lo stesso la squadra. Questa gente merita rispetto. Nel 1988 arrivammo stremati alla gara col Milan, ma fino ad allora facemmo un campionato eccezionale, lottavamo in ogni partita. Nello scontro diretto il Milan stava molto meglio di noi, eppure quella traversa di Carnevale ci negò il pareggio che ci avrebbe tenuto in corsa. Era tutt’altra situazione rispetto ad oggi. Il rapporto che avevamo era ricco di rispetto sia tra noi che con i giornalisti. Ciascuno di noi faceva la sua parte, anche con i tifosi.

Il Napoli non va a fare visita ai club, però chiede sostegno: mi chiedo che atteggiamento ci sia da parte della società e dei calciatori verso i tifosi. L’impegno degli attuali calciatori non lo vedo: non vedo una squadra che lotta, vedo una squadra rinunciataria, spenta, immobile. Di impegno non si può parlare perché non ce n’è.

Allenatore prossimo? Lasciamo fare a loro, inutile fare nomi e destabilizzare l’ambiente. Lasciamoli tranquilli nella decisione che speriamo sia il frutto giusto dell’analisi di quanto successo in questa stagione. Il ciclo di Spalletti è finito, bisogna rifondare e non è semplice. Ci saranno diverse partenze, oggi è molto difficile prevedere cosa accadrà. Vediamo di chiudere in fretta questo campionato perché è diventato uno sperpetuo”.