L'Agenzia Irna, fonte ufficiale del regime degli Ayatollah, continua a pubblicare dichiarazioni di condanna nei confronti dell'uccisione, da parte degli Stati Uniti, del generale Soleimani. Nessuna notizia, però, dei funerali che si sono svolti sabato mattina a Baghdad dove migliaia di iracheni, al grido di morte all'America, hanno accompagnato il corteo funebre con le salme di Soleimani e di Abu Mahdi al-Muhandis.
Il motivo è presto detto. L'Iran darà il suo addio ufficiale a colui che era indicato come il numero due del regime il prossimo martedì, a Kerman, la sua città natale.
L'ayatollah "iracheno" Ali Sistani ha rilasciato una dichiarazione in cui afferma che gli Stati Uniti hanno violato la sovranità nazionale dell'Iraq assassinando molti di coloro che si erano distinti nella lotta contro i terroristi dell'Isis. Inoltre, ha aggiunto Ali Sistani, l'aggressione americana è una chiara violazione della Carta delle Nazioni Unite.
E in una lettera al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, l'ambasciatore iraniano Majid Takht Ravanchi ha affermato che l'Iran, in relazione all'uccisione di Soleimani, si riserva, ai sensi del diritto internazionale, di rispondere all'attacco Usa come azione di autodifesa.
Il problema, adesso, è capire quando e come arriverà la "risposta" minacciata da Teheran. Secondo gli analisti l'Iran potrebbe lanciare attacchi informatici contro gli Stati Uniti oppure tentare di colpire, in Medio Oriente, obiettivi o interessi militari degli Stati Uniti o dei suoi principali alleati.
Inutile raffrontare la potenza militare degli Stati Uniti e dei suoi alleati (comprendendo Arabia Saudita e Israele) con quella dell'Iran che, tra l'altro, ha fatto sempre meno ricorso all'acquisto di armi dall'estero, sviluppando proprie competenze, ma a discapito delle tecnologie più sofisticate. Comunque, non bisogna neppure dimenticare che tra i suoi alleati l'Iran annovera anche la Russia.
Quindi, impensabile che si possa arrivare ad una dichiarazione di guerra, mentre sono in molti a ritenere molto probabile un'escalation di manifestazioni e attacchi diffusi contro interessi americani in "tutto" il medio oriente, approfittando della rete di relazioni che anche lo stesso Soleimani aveva contribuito a creare.
Gli Stati Uniti sono preparati ad affrontare un simile scenario? Lo hanno considerato?
Nel frattempo, la televisione di stato irachena ha dato notizia di un attacco aereo a nord di Baghdad, in seguito al quale, come confermato da una fonte dell'esercito iracheno all'agenzia di stampa Reuters, sono rimaste uccise sei persone che facevano parte di un convoglio di una milizia irachena. Un portavoce militare Usa ha negato, in proposito, qualsiasi coinvolgimento della coalizione guidata dagli americani.