La manifestazione anti Raggi a Roma era stata organizzata da un "manipolo" di donne che erano riuscite a riempire di gente la piazza di fronte al Campidoglio. E sempre un manipolo di donne, stavolta a Torino, sono riuscite a riempire piazza Castello per dire Sì alla Tav.

Circa 25mila persone chiamate a raccolta da 7 donne che si definiscono "persone della società civile torinese decise a non lasciare l'amata città scivolare nel declino dei NO pronunciati di fronte ad ogni innovazione e opportunità di sviluppo. Con voce ferma e gentile vogliamo dire di SÌ a nuove iniziative e progetti."

Questo il loro programma: "Noi desideriamo crescere, muoverci, viaggiare, studiare, lavorare. Vogliamo essere connessi al mondo e cogliere le opportunità, ritrovando la nostra spinta creativa.

Desideriamo completare i lavori per la TAV, ma non solo: vogliamo essere nelle condizioni di investire sul futuro."

E come ormai è d'uso oggi, le signore - nessuna delle quali aderisce a comitati, partiti politici o schieramenti partitici, ma solo animate da una sana attenzione alle problematiche della società civile - hanno fatto conoscere la loro iniziativa tramite un sito web e la presenza sui social, con lo slogan "Sì, Torino va avanti".

Difficile, in questi casi, distinguere il confine tra impegno sociale e politica. Difficile dire se chi è sceso in piazza lo abbia fatto per le sole ragioni legate all'iniziativa del Sì alla Tav, oppure abbia pensato che, in questo modo, avrebbe potuto dire no al sindaco Appendino, ai 5 Stelle e all'attuale Governo. In casi simili il confine è labile e difficilmente distinguibile.

Restano però i fatti e quelli dicono una piazza stracolma di persone senza simboli di partito.



E per che cosa hanno protestato quelle persone? Questi sono i 7 punti del manifesto:

Sì vogliamo muoverci
Dico SÌ alla TAV, che collega Torino e il Piemonte all'Europa e all'Asia.
Dico SÌ a Torino come centro di scambi, porta aperta verso gli altri Paesi, snodo sulla rete ferroviaria internazionale.
In città dico SÌ a una linea metropolitana in più, a più biciclette condivise, auto elettriche, mezzi pubblici che funzionino bene su tutte le linee.

Sì a un futuro di lavoro
Dico SÌ a una città che dia a noi e ai nostri figli l'opportunità e l'orgoglio di lavorare.
Dico SÌ al valore delle nostre piccole, medie e grandi imprese, galassia di realtà creative, operose, capaci di fare e di esportare.
Dico SÌ al rilancio della tradizione industriale e manifatturiera di Torino e del Piemonte.

Sì alla cultura e al turismo
Dico SÌ agli investimenti su grandi eventi artistici, sportivi e culturali.
Dico SÌ a uomini e donne che vogliono far accadere le cose, competenze forti e positive nelle posizioni chiave delle istituzioni cittadine.
Dico SÌ alla promozione di luoghi di tradizione e di avanguardia, per sedurre e attirare turisti italiani e stranieri.

Sì alla città dello studio
Dico SÌ agli oltre 30.000 studenti non piemontesi che vengono a Torino per formarsi, portando valore al tessuto sociale, culturale ed economico della città.

Sì alla ricerca e all'innovazione
Dico SÌ alla ricerca in ambito pubblico e privato.
Dico SÌ al lavoro quotidiano degli scienziati e delle nuove imprese.

Sì alla solidarietà
Dico SÌ a una Torino che ha fatto storia, modello per iniziative solidali e filantropiche.

Sì a una città sicura e efficiente
Dico SÌ a una città curata e attenta alle persone nella gestione di tutti i servizi pubblici, dalla sicurezza all'anagrafe, dal centro alla periferia.
Dico SÌ a una città accessibile, che ascolta i suoi abitanti, parla un linguaggio umanizzante e garantisce istituzioni democratiche a misura di cittadino.


Dal Comune di Torino è arrivata la risposta della sindaca 5 Stelle Chiara Appendino che, a differenza della sua collega di Roma, non ha bollato come politica la manifestazione odierna, rifiutandosi a qualsiasi confronto... tutt'altro. Questa la nota della Appendino:

«Questa è la porta dell'ufficio della Sindaca di Torino: è aperta e sempre lo resterà. Abbiamo sempre ascoltato tutti e continueremo a farlo. E l'ascolto è proprio una delle cifre che da subito ho voluto caratterizzasse questa Amministrazione, convinta che le divisioni di questo periodo storico nascano proprio da territori e comunità che per anni hanno provato a dialogare con Istituzioni divenute sorde.

Oggi, in piazza Castello - al netto delle diverse sensibilità politiche - sono state sollevate delle critiche, che accolgo, ma c'erano anche molte energie positive. Sono stati proposti alcuni punti per il futuro della Città che sono in buona parte condivisibili, anche perché rispecchiano ciò che come Amministrazione abbiamo fatto fino ad oggi e ancora intendiamo fare nei due anni e mezzo di mandato che abbiamo davanti a noi.

Sono pronta a discuterne già dalla settimana prossima e ad instaurare un dialogo costruttivo sulla Torino di domani, anche con chi ha una visione diversa dalla nostra. Un dialogo aperto, sincero, trasparente. Aspro, se serve. Ma vivo e sano. Nel pieno rispetto di tutte le opinioni. La porta è aperta.»


Di tutt'altro avviso coloro che, invece, si oppongono alla Tav, bollando l'iniziativa come organizzata dalla solita... grande ammucchiata.