Quindi era vero.

Lo hanno messo nero su bianco gli stessi relatori del decreto Sicurezza "bis".

Il Ministro degli "Esterni" (agli Interni lui non c'è, non c'è mai stato) non poteva, da solo, imporre e disporre alcunché riguardo la chiusura dei porti.

Tanto vero che, per non correre nuovi rischi stavolta lo hanno anche ribadito, anche se non era affatto necessario: 

 L'articolo 1, quello che dà facoltà al ministro dell'Interno di "limitare o vietare l'ingresso, il transito o la sosta di navi nel mare territoriale", ora riconosce esplicitamente che tale decisione va adottata "di concerto con il ministro della Difesa e con il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, secondo le rispettive competenze, informandone il Presidente del Consiglio dei ministri.

Come i più avveduti avevano già fatto notare, se ne deduce che, finora, il Ministro ha abusato dei suoi poteri ed assunto competenze non proprie della sua funzione.

E si deduce anche che i ministri M5S della Difesa e dei Trasporti abbiano finora fatto da zerbino alle "mattane" del Viminale, incapaci anche di sollevare una flebile voce di protesta.

Il M5S si è ribellato solo in campagna elettorale ed ora è tornato nei ranghi.

Tutto previsto.