Il progetto politico del centrodestra in Emilia Romagna è liberare la regione dal Pd, perché, secondo quanto dichiarano Matteo Salvini e il suo alias, tale Lucia Borgonzoni, i diritti sanciti dalla Costituzione italiana in quella regione non sarebbero garantiti.
Non si capisce perché, allora, in quella regione la città di Bologna sia stata governata da un sindaco di Forza Italia, così come altre città emiliane o romagnole siano in questo momento guidate da amministrazioni di altre forze politiche non appartenenti all'area di centrosinistra.
Ma Salvini e quelli che lo sostengono hanno più confidenza con l'alcol che con la logica, per cui non è possibile soddisfare tale semplice curiosità. Bisogna accontentarsi che lo abbia detto lui, il capitano, per cui sarà sicuramente così... magari lo avrà saputo dal buon Dio o semplicemente dalla Madonna tramite il suo cuore immacolato, mentre baciava il rosario, dopo averlo scambiato per un bordigotto al rhum.
Quello sopra riassunto è il progetto politico che la destra offre agli elettori per le regionali in Emilia Romagna.
Un progetto politico simile a quello che la Lega indica anche per la Calabria.
Così è riassunto da Salvini e da lui illustrato durante la pausa meridionale di un giorno in Calabria che lo ha distratto dal suo tour in Emilia Romagna, naturalmente subito ripreso sin da oggi.
"Ho incontrato la Calabria che non chiede miracoli ma opportunità, sanità, lavoro e infrastrutture. A Cosenza, Botricello e Crotone in molti mi hanno detto: io votavo a sinistra ma adesso quella di Renzi e Zingaretti non è più la sinistra degli operai ma dei banchieri. Ora, per la prima volta dal dopoguerra, la Lega sarà in questa splendida terra, un’opportunità storica di cambiamento che non vediamo l’ora di portare avanti".
In che condizioni versi la Calabria ne è perfetta dimostrazione la vicenda che ha visto protagonista l'ex prefetto Paola Galeone, arrestata in flagranza di reato con l’accusa di "induzione indebita a dare o promettere utilità"... riassumibili in poco più di un migliaio di euro!
Se un prefetto, che può arrivare a guadagnare circa 7mila euro al mese, pensa bene di commettere un reato di natura penale per intascare qualche centinaio di euro, è evidente che la corruzione in Calabria è talmente estesa da essere sistemica e diffusa a qualsiasi livello.
Ed il problema della Calabria sarebbe il Pd dei banchieri e non degli operai? Al limite Salvini avrebbe potuto parlare dell'attuale presidente della regione (del Partito Democratico) coinvolto in numerose inchieste, anche se finora sempre scagionato. Ma non lo ha fatto. Perché?
Perché come ha spiegato mesi fa un'inchiesta di Report, la Lega di Salvini, dopo le ultime politiche, ha sistematicamente arruolato i collettori di voti calabresi che prima erano alle "dipendenze" di Forza Italia. Collettori di voti in una regione dove la 'ndrangheta ha i propri feudi e dove il do ut des del voto di scambio ha permesso di proteggerli e rafforzarli. Per uno che vuole spacciarsi come unico e vero rappresentante degli interessi del popolo non è un gran biglietto da visita.
Inoltre, c'è anche la questione meridionale da non sottovalutare. Come ha ben spiegato il leghista Calderoli all'ultimo congresso dei "due partiti" (perché la Lega è costituita da due partiti), per soddisfare la supremazia politica promessa dalla Lega Nord sono necessari i voti del centro e del sud che solo la Lega Salvini premier può assicurare.
In questo modo gli inesperti, distratti, sprovveduti, smemorati elettori del resto d'Italia - tra un selfie e un sorriso - consentiranno al "nord" di farsi il proprio Stato su misura.