Spesso criticata per essere, per il suo cibo, una delle principali cause dell'obesità che affligge la popolazione degli Usa (e non solo), McDonald’s cerca di migliorare la propria immagine investendo sull'ambiente con l'annuncio che entro il 2025 tutto il materiale utilizzato per proteggere il cibo proverrà da fonti rinnovabili, riciclate o certificate, e dopo l’uso verrà riciclato nel 100% dei ristoranti.

«Siamo la maggiore catena di ristorazione nel mondo e per questo abbiamo la responsabilità di dare il buon esempio, realizzando dei cambiamenti che abbiano un impatto rilevante a livello globale - ha commentato Francesca DeBiase, Chief Supply Chain and Sustainability Officer di McDonald’s. - I nostri consumatori ci dicono che lo spreco degli imballaggi è il primo tema di sostenibilità che vorrebbero vederci affrontare. Vogliamo dare loro ascolto e diminuire la quantità di imballaggi utilizzati, optando per materiali ricavati responsabilmente e realizzati in modo da facilitarne lo smaltimento. Si tratta di un’azione mirata che coinvolge i nostri ristoranti, e non solo, per favorire le pratiche di riciclaggio e impattare sulle comunità in cui operiamo.»

Le origini dell’impegno di McDonald’s per la sostenibilità degli imballaggi risalgono a 25 anni fa, con l’inaugurazione della partnership con EDF (Environmental Defense Fund) che in soli 10 anni ha permesso di eliminare oltre 136 milioni di chilogrammi di imballaggi, di riciclare 1 milione di tonnellate di scatole in cartone ondulato e di ridurre i rifiuti del 30%.

Nel 2014 la società americana ha aderito al programma Global Forest & Trade Network del WWF ridefinendo le priorità relative all’approvvigionamento di fibre, tra cui la preferenza per imballaggi certificati FSC (Forest Stewardship Council).

Attualmente, il 50% degli imballaggi destinati ai clienti di McDonald’s proviene da fonti rinnovabili, riciclate o certificate ed il 64% degli imballaggi in carta è ricavato da fonti certificate o riciclate.