La Wada, l'Agenzia Internazionale Antidoping, ha deciso di non presentare ricorso contro la sentenza dell'Itia del 19 agosto in cui Jannik Sinner veniva scagionato dall'aver utilizzato volontariamente la sostanza dopante Clostebol.
La possibilità di presentare ricorso da parte di Wada scadeva alla mezzanotte. Il ricorso non è arrivato e per Sinner sembrava che non ci sarebbe stato più motivo di preoccuparsi di eventuali future squalifiche.
Per consuetudine, la Wada difficilmente si oppone alle decisioni delle agenzie indipendenti di sport come atletica, ciclismo e tennis, ritenendole giuridicamente fondate. Inoltre, nel caso di Sinner, i tre esperti di Sport Resolution che lo avevano precedentemente scagionato - Jean-François Naud, Xavier de la Torre e David Cowan - stanno collaborando o lo hanno fatto in passato con la stessa Wada, per cui mettere in discussione quanto da loro deciso sarebbe stato come dubitare delle sentenze passate della stessa agenzia.
Ma il caso doping non è però ancora chiuso. Infatti, la WADA ha richiesto, a Itia della documentazione aggiuntiva in base a un comma dell'articolo 13.2 del codice antidoping che le consente di calcolare il termine di 21 giorni per un eventuale appello dal momento della ricezione del materiale aggiuntivo.
Poiché non è stato comunicato se WADA abbia o meno già chiesto e/o ricevuto la nuova documentazione, è pertanto impossibile, al momento, sapere quando scadrà il nuovo termine per il ricorso e la definitiva chiusura del caso.
Articolo aggiornato alle ore 19:00.
Crediti immagine: Sinner, profilo social