Un'inchiesta giudiziaria che si dipana tra Genova, Torino e altre città italiane sta portando alla luce un sistema di presunti favori illeciti legati a viaggi gratuiti verso Sicilia e Sardegna, destinati a magistrati, forze dell'ordine e alti funzionari delle prefetture. Al centro del possibile scandalo, che coinvolge una quarantina di indagati per corruzione, c'è la compagnia di navigazione Tirrenia-Cin, già sotto i riflettori per frodi nelle forniture pubbliche e il mancato rispetto delle norme ambientali.
L'indagine, coordinata dal pm Walter Cotugno della procura di Genova, è partita nel 2023 da accertamenti sui fondi pubblici erogati al gruppo Cin per garantire i collegamenti marittimi sulla tratta Genova-Porto Torres. Gli investigatori hanno scoperto che le navi della compagnia non rispettavano gli standard ambientali internazionali: motori manomessi, componenti non originali e documenti falsificati per eludere i controlli. Da qui, le accuse di frode e falso che hanno portato al sequestro preventivo di tre traghetti del valore di 64 milioni di euro.
Ma è il secondo filone dell'inchiesta a sollevare interrogativi più gravi. Le intercettazioni e le analisi della Guardia di Finanza hanno rivelato una lista di nomi di pubblici ufficiali – tra cui magistrati liguri i cui atti sono stati trasmessi a Torino – che hanno viaggiato gratuitamente su tratte per Sardegna e Sicilia, spesso usufruendo anche di carte “gold” per servizi a bordo gratuiti (ristorante, bar, ecc.). Per questi casi è scattata l'ipotesi di corruzione, anche se resta da dimostrare un nesso diretto tra i viaggi omaggio e favori amministrativi o giudiziari.
Nel primo filone dell'inchiesta, relativo ai biglietti scontati o gratuiti (87 in totale, per 20 mila euro di valore), sono coinvolti esponenti di spicco delle Capitanerie di porto e dirigenti Tirrenia-Cin. Tra gli indagati spiccano nomi come il contrammiraglio Gianfranco Annunziata, già capo ufficio nel gabinetto del ministro della Difesa; l'ammiraglio Pier Federico Bisconti, ex vicesegretario generale della Difesa; e l'ammiraglio Filippo Marini, comandante della Capitaneria di Venezia. A loro si aggiungono ufficiali operativi a Civitavecchia e altri porti, oltre ad Achille Onorato, amministratore delegato di Moby e figlio del noto armatore Vincenzo Onorato.
Le accuse variano dalla frode in atti pubblici al falso, fino alla corruzione per i funzionari che avrebbero beneficiato dei biglietti. Per ora, il pm Cotugno ha chiesto due arresti domiciliari e 11 interdizioni, mentre da mercoledì 13 indagati saranno ascoltati dal gip Silvia Carpanini.
Il nodo cruciale dell'inchiesta è dimostrare che i viaggi gratuiti siano stati “ripagati” con agevolazioni nelle pratiche amministrative o nelle inchieste giudiziarie. Un passaggio delicato, come sottolineano fonti investigative, poiché serviranno prove solide per legare l'omaggio alla condotta illecita, soprattutto quando a essere coinvolti sono magistrati chiamati a garantire l'imparzialità della giustizia.
Pasquale Pantano, legale della Tirrenia-Cin, ribatte che la società ha sempre collaborato con gli inquirenti, sostenendo «spese rilevantissime» per rispondere alle contestazioni della procura, pur «non condividendole». Sottolinea inoltre che le richieste di misure cautelari arrivano dopo oltre un anno di indagini, durante le quali la compagnia avrebbe agito con «indiscutibile trasparenza».